CAPUA – Il consiglio comunale di Capua, questa mattina, ha dichiarato il dissesto finanziario. Una decisione che era nell’aria da giorni, soprattutto dopo il documento del responsabile del settore finanze del comune che bocciava l’ipotesi del piano di rientro pluriennale. Il primo cittadino Carmine Antropoli ha postato un lungo intervento sulla sua bacheca facebook cercando di spiegare le ragioni che hanno portato all’atto odierno.
Ecco il testo
Sig. Presidente delConsiglio, gentili consiglieri, oggi questo consesso è chiamato ad esprimersi sulla deliberazione del dissesto finanziario del Comune di Capua. Una manifestazione di volontà di grande responsabilità che chiama ognuno di noi, aldi là delle appartenenze, ad una seria riflessione sulla necessità di tale scelta per fronteggiare le problematiche finanziarie dell’Ente che non sono risultate risolvibili, per la ristrettezza dei tempi a disposizione, con l’applicazione degli ordinari strumenti gestionali e amministrativi. Ed èproprio quel senso di responsabilità che ha portato già l’organo giuntale, accogliendo le indicazioni tecniche del funzionario responsabile, ad avviare la procedura di che trattasi, proponendo quest’organo deliberante la definizione della suddetta procedura, anche in considerazione delle più recenti conclusioni del collegio dei revisori dei conti circa le cause del dissesto, che, in verità, appaiono, in taluni casi non adeguatamente approfondite, soprattutto in considerazione della rilevanza della questione in esame. Senza, tuttavia, esimerci, da un lato, dal dovere di comunicazione delle motivazioni di tale scelta, dall’altro, da un’analisi e valutazione dei fatti amministrativi e finanziari che hanno interessato questaAmministrazione, in carica dall’anno 2006, che, probabilmente, per ragioni tecnico-espositive non hanno potuto trovare la doverosa rilevanza nella relazione sulle cause presentata dal suddetto collegio.
Per quanto attiene alle motivazioni vanno subito manifestatigli sforzi tecnici e politici messi in atto per scongiurare la procedura di dissesto. A seguito dell’approvazione del Consuntivo 2012, conclusosi con undisavanzo di amministrazione di € 8.206.883,01, considerata l’impossibilità di poter finanziare tale disavanzo in un triennio, ai sensi del D. Lgs. 267/2000,in sede di approvazione del Bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013 – 2015, è stata scelta l’applicazione della procedura di riequilibrio decennale ex art. 243 bis D. Lgs. 267/2000.Tale strumento, infatti, dà la possibilità di spalmare su dieci anni il disavanzo di amministrazione ed inoltre, consente il finanziamento, con l’alienazione dei beni immobili, anche della spesa corrente (operazione invece inibita nella ordinaria gestione di bilancio). Nonostante, la capacità di finanziamento del fabbisogno straordinario (vedasi allegato 1 alla nota del responsabile del Settore Finanziario parte integrante e sostanziale della delibera di Giunta Comunale n. 136 del 2/08/2013), la manovra non è risultata sostenibile a causa del mancato raggiungimento del pareggio di bilancio ordinario 2013. La perentorietà del termine di approvazione della delibera di riequilibrio pluriennale ex art. 243 bis D. Lgs. 267/2000 (sessanta giorni dalla esecutività della delibera di adozione della procedura stessa) ha obbligato l’Ente all’avvio della procedura di dissesto. Infatti, a norma di legge, nei sessanta giorni, se non si approva il riequilibrio, d’ufficio si dovrà deliberare la procedura di cui all’art. 244 D.Lgs. 267/2000 (dissesto finanziario). Per cui l’Ente pur possedendo le potenzialità per affrontare e risolvere le difficoltà finanziarie, per la severità dei termini di legge, ha dovuto soccombere ed avviare la procedura prevista dagli artt. 244 e seguenti del tuel. Quali i motivi del mancato pareggio di bilancio? Sicuramente una serie di restrizioni progressive e concorrenti imposte sulla spesa corrente che richiedono manovre di bilancio di riequilibrio nel medio termine.
Si pensi:
– all’introduzione, nel2012, del fondo svalutazione credito nella misura del 25% dei residui attivi dititoli I e III antecedenti ai cinque anni precedenti, incrementato, nel 2013,al 50% (attualmente col decreto del fare portato al 30%) per l’adozione delD.L. 35/2013: tale fondo nel 2013 assorbirà circa un milione di euro;
– alla riduzioneprogressiva dei trasferimenti statali, a Capua sono passati da euro3.859.844,27 nel 2010 ad euro 2.679.460,97 nel 2011 ad euro 1.991.874,59 nel2012, nel 2013 si prevede un’ulteriore riduzione di circa euro 350.000,00 inapplicazione della norma sulla spending review;
– agli obiettivi di saldodel patto di stabilità progressivamente migliorativi, il cui conseguimentorichiede un surplus delle entrate sulle uscite di parte corrente che il piùdelle volte corrisponde proprio all’avanzo corrente essendo, la parte capitale,caratterizzata da una quasi sempre perfetta correlazione tra entrata e uscita.
Per quanto attiene all’analisi e valutazione dei fattiamministrativi e finanziari che hanno interessato l’amministrazione corrente equella precedente, al solo fine di assicurare onore alla verità ed allatrasparenza, bisogna evidenziare che già nell’anno 2006 l’Ente presentava unasituazione di cassa deficitaria che non consentiva un’agevole vitaamministrativa, oltre ad un’elevata mole di debiti e/o passività potenziali ilcui sviluppo è ricaduto durante l’Amministrazione dello scrivente che, essendola più longeva che la città abbia avuto almeno negli ultimi trenta anni, hadovuto affrontare in pienezza il riconoscimento e finanziamento dei debiti e ilconseguente pagamento. Tale situazione ha causato una forte contrazione nellaprogrammazione di bilancio, frutto di una progressiva riduzione della spesacorrente, che, in taluni casi, ha ingessato la capacità di erogazione dellamedesima non consentendo la tempestività dei pagamenti di parte corrente. Dauna rivisitazione degli atti deliberativi dal 2006 ad oggi, si evince, come daprospetti di seguito riportati che le due Amministrazioni guidate dalloscrivente ha riconosciuto debiti fuori bilancio per un totale di euro 8.117.428,48 di cui euro 6.527.529,89 diprovenienza di periodi ante 2006. La quota residua di debiti inerenti l’Amministrazione corrente è composta da fatti gestionali non prevedibili epreventivamente quantizzabili e, comunque, afferenti alla gestione ordinaria(debiti sorti verso case famiglia, di lavori di somma urgenza Per far fronte alla copertura dellasuddetta massa debitoria l’Amministrazione ha dovuto porre mano a soluzioni cheda un lato hanno inciso sulla spesa corrente (accensione di mutuo passivo),dall’altro sul patrimonio immobiliare della città.
Infatti, l’unico mutuopassivo acceso presso la Cassa Depositi e Prestiti, per euro 2.200.000,00 èstato causato dall’estinzione del debito fuori bilancio Ippolito Antonio dieuro 2.800.000,00 (finanziato per euro 600.000,00 dalla vendita di un benepatrimoniale). Mentre, l’Ente, per il finanziamento degli ulteriori debiti ha proceduto all’alienazione di parte del patrimonio immobiliare (il Comunedi Capua è proprietario di beni per un valore di euro 45.881.123,41) come diseguito elencato:
1. Complesso Gesù Confalone euro 450.000,00
2. Parte Ex Albergo delle Poste euro 357.605,20
3. App.ti P.co Mimosa euro 419.800,01
4. Terreni Casa Cerere euro 587.150,00
5. Terreni siti in S. Tammaro euro 609.250,00
Un impegno amministrativocostante, per le necessità espresse, è stato proprio quello di non incidere,nel procedimento di spesa, ulteriormente, sulla spesa corrente, già interessatada restrizioni normative. La prova più lampante di tale atteggiamento èriscontrabile proprio nell’assenza di accensione di mutui passivi (fattaeccezione per quello citato). Pertanto, le opere pubbliche, come da prospettoallegato, sono state tutte realizzate in autofinanziamento. Fatta eccezione,infatti, per alcuni lavori finanziati con devoluzione di mutuo acceso nel 2005dalla gestione commissariale, tutte le opere sono state finanziate con Fondiregionali, Fondi Cipe, Fondi Inail, in Project financing. Dunque,l’Amministrazione ha dotato il territorio comunale di opere importanti