Lo psichiatra militare accusato di avere ucciso 13 persone a colpi di arma da fuoco nella base di Fort Hood, in Texas, il 5 novembre del 2009 è stato condannato a morte.
Nidal Malik Hasan, autore delle più grande strage in un edificio dell’esercito della storia degli Stati Uniti, ha ascoltato la sentenza rimanendo impassibile davanti ai 13 membri della corte marziale che hanno preso la decisione all’unanimità; se un singolo componente della giuria avesse espresso un parere contrario sarebbe stato punito con l’ergastolo. La scorsa settimana la giuria lo aveva ritenuto colpevole di tutti i capi di accusa che pendevano su di lui: 13 per omicidio e 32 per tentato omicidio, in quest’ultimo caso tanti quanti i feriti provocati dal massacro. Hasan – che si è difeso da solo dopo che i suoi legali avevano deciso di dimettersi – ha sempre sostenuto di aver agito in difesa delle vite della leadership talebana in Afghanistan, inclusa quella del Mullah Omar, messe a repentaglio dal personale militare americano.