Anche se continua a non temere i contraccolpi del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi, Enrico Letta sa che e’ meglio tenere un profilo basso. Non vuole offrire il fianco a quanti remano contro l’esecutivo, sapendo bene che archiviato un nodo subito se ne presenta un altro: come dimostra l’Iva.
Anche se, si assicura a palazzo Chigi, il governo fara’ di tutto per “mantenere l’impegno” di evitare l’aumento dell’Imposta sul valore aggiunto. Il premier non vuole nemmeno innervosire un Berlusconi ancora furibondo per la condanna o un Renzi che, pur giurando fedelta’ al governo, chiede che le larghe intese non diventino un'”ideologia”. Mette cosi’ da parte l’ottimismo mostrato ieri sul fatto che il governo non ha piu’ “scadenza” e ai microfoni di radio Anch’io si schermisce: il “chiacchiericcio” politico sulla vita dell’Esecutivo “non mi interessa”. Poco dopo, e’ vero, si lascia andare a previsioni rosee, ma piu’ nel medio periodo: grazie a “questo orizzonte piu’ lungo” che vediamo da ieri possiamo “costruire una legge di stabilita’” che punti alle riforme strutturali e alla crescita. Del resto, pur stando ben lontano dalla vicenda, conferma che l’esame della giunta sul futuro del Cavaliere non lo preoccupa. ”E’ una decisione che riguarda il Senato ed io ho sempre separato le due questioni e continuo a farlo”, premette, evitando di entrare nel merito del ‘Lodo Violante’ sul ricorso alla Corte Costituzionale. Ma sul nocciolo della questione non cambia posizione: “Ho sempre detto che non temevo e, a maggior ragione, non temo adesso” che le vicende giudiziarie “influenzino” la vita del governo. Nemmeno le parole del diretto interessato, che parla di tentativo di “eliminarlo” provocando una “ferita alla democrazia che milioni di italiani non consentiranno”, lo scuote piu’ di tanto. Gli italiani, afferma, chiedono “risposte” ai problemi del Paese e “concretezza”. Arriva persino a sminuire i guai dell’ex premier: la cosa “piu’ importante” delle prossime settimane e’ il Cdm che affrontera’ i nodi della scuola. Mentre in autunno, afferma, la priorita’ sara’ per le riforme istituzionali e la legge elettorale. Letta resta convinto che Berlusconi, pur se tentato di spazzare via la sentenza nel lavacro elettorale, non rompera’. Sulla decadenza confida nel fatto che il Pd, alla fine, conceda quel “gesto” chiesto dal Pdl. Dia cioe’ almeno un po’ di tempo alla difesa dell’ex premier. Ma anche in caso di decadenza, a palazzo Chigi sono convinti che Berlusconi non strappera’. I rischi sono troppi: il Quirinale ha fatto piu’ volte capire che il voto e’ tutt’altro che scontato e, pur se difficilmente potranno dare vita ad un governo, Pd e M5S potrebbero accordarsi su una nuova legge elettorale o su una stretta sul conflitto di interessi. Il tema delle aziende, poi, e’ tutt’altro che secondario: il tonfo del titolo lo scorso lunedi’ ‘nero’ ha spinto Berlusconi a zittire se stesso e i falchi. Ci sono infine i sondaggi: quelli di Alessandra Ghisleri, i piu’ affidabili per il Cav (e noti anche a palazzo Chigi), confermano che due terzi degli elettori del centrodestra non vogliono la crisi. O almeno non prima che siano risolti i nodi economici, Imu e Iva in testa. E, come ha titolato oggi ‘Libero’, il Cavaliere ora e’ “disarmato”. Visto che, nonostante la grancassa mediatica del Pdl, la seconda rata sara’ abolita solo a meta’ ottobre. “E’ un’altra assicurazione sulla vita del governo”, commenta non a caso un ministro del Pd, che aggiunge: “Come spiegherebbe ai suoi elettori che dovranno pagare meta’ rata per i suoi problemi processuali?”. Quanto al nodo Iva, diventato subito un nuovo terreno di scontro fra Pd e Pdl, l’impegno di Letta ad impedirne l’aumento resta: “Faremo di tutto per evitarlo, anche perche’ non farebbe bene all’economia”, spiegano a palazzo Chigi. Le coperture sono tutte da trovare, ma “quando c’e’ la volonta’ politica, come dimostra l’Imu, le risorse si trovano”.