La comunita’ internazionale “non puo’ rimanere silente” dopo l’uso delle armi chimiche da parte del regime siriano contro il suo popolo. Lo ha ribadito il presidente Usa, Barack Obama, da Stoccolma, prima e unica tappa nel suo viaggio verso San Pietroburgo per il G20.

Obama ha chiesto alla comunita’ internazionale di approntare “un’efficace risposta che faccia da deterrente ad utilizzi analoghi nel futuro”. Il presidente americano ha assicurato che non intende ripetere gli errori commessi con l’intervento militare in Iraq, quando gli Usa attaccarono sulla base di notizie di intelligence sulle armi di sterminio in possesso di Saddam Hussein rivelatesi poi false. “Io sono sono uno che si oppose alla guerra in Iraq”, ha ricordato “e non sono interessato a ripetere gli errori che commettemmo di basare le decisioni su errate notizie di intelligence”. “Non sono stato io a fissare una ‘linea rossa’, ma e’ stato il mondo stesso”: ha detto il presidente americano. “Dobbiamo agire”, ha insistito Obama, “perche’ se non lo facciamo, di fatto stiamo dicendo che ‘chiunque puo’ continuera’ a operare impunemente”. Il presidente Usa, secondo cui l’eventuale inazione di fronte a tanta “barbarie” potrebbe esporre a rischi analoghi nel futuro, si e’ detto nuovamente certo che il Congresso americano dara’ il via libera una azione militare limitata nel tempo. Ci sono ancora “significative divergenze” tra Usa e Russia sulla crisi siriana, ha ammesso Obama, ricordando che la Russia si e’ opposta a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu contro il regime di Damasco e che Mosca “ha un diverso approccio al problema”. Obama, che e’ anche Premio Nobel per la Pace, non si sente in imbarazzo nel voler avviare un’azione militare contro la Siria. Lo ha detto rispondendo a una precisa domanda di una giornalista svedese al termine al termine dell’incontro con il premier, Frederik Reinfeldt. “Ho fatto il possibile per una soluzione politica. Quando succede qualcosa di cattivo nel mondo, la prima domanda che tutti si fanno e’ cosa possono fare gli Usa”.

 

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