NAPOLI – Il Coordinamento Comitati Fuochi replica al commissario alle bonifiche De Biase. “Non è consentito ad un funzionario delle Istituzioni “sparare nel mucchio”, con affermazioni generiche e banali che non rispondono alle questioni e interrogativi veri posti dai cittadini ma che hanno il solo scopo di presentarsi come paladino mettendo in contrapposizione le vittime”.
“Se da un lato non si nega l’innegabile dall’atro si sminuisce e si nega per ridurre le enormi responsabilità di questo disastro da parte di uomini che hanno rappresentato le Istituzioni. Dichiarazioni “sparate nel mucchio”, come se il problema fossero i prodotti sani e genuini dei terreni che circondano la Resit a Giugliano e non il fatto che noi cittadini non possiamo sapere quando acquistiamo i prodotti sani e genuini e quando i cavoli di Caivano. Dichiarazioni inaccettabili da parte di un rappresentante delle Istituzioni in merito ai “cavoli di caivano”…”…Hanno detto persino che quel colore era dovuto ai rifiuti tossici. Sapete qual è la verità? Erano solo troppo maturi…”, quando c’è un provvedimento dell’autorità giudiziaria, che sequestra quel campo perché gli ortaggi prodotti, come riscontrato dalle analisi dell’ARPAC, avevano livelli “mostruosi” di metalli pesanti, incompatibili per il consumo umano”.
“Legittime dichiarazioni e domande non devono rimanere un dubbio ma devono vedere il riscontro e l’interessamento da parte delle autorità giudiziarie, soprattutto quando queste domande riguardano l’interesse collettivo ed a formularle è un rappresentante delle istituzioni, altrimenti è solo demagogia che non si addice ad un funzionario dello Stato. I responsabili della crisi e della caduta di immagine di una produzione agricola, una volta vanto nazionale, sono proprio le Istituzioni che avrebbero dovuto difenderla e salvaguardarla e non l’hanno fatto:
1) Dove erano gli organi di controllo quando su quei terreni si sversavano rifiuti tossici? Il processo “carosello” fornisce, in questo senso, uno spaccato drammatico, dove troviamo dichiarazioni in cui si afferma che i contadini si sono dovuti rivolgere alla camorra per interrompere gli sversamenti sui loro terreni, dopo le tante denunce presso le Istituzioni competenti.
2) Chi ha disseminato il nostro territorio di siti temporanei per lo stoccaggio di rifiuti? mentre quei rifiuti sono ancora là.
3) Chi ha consentito che si facessero siti temporanei di stoccaggio di rifiuti a ridosso dei terreni di produzione delle eccellenze della nostra regione? Noi cittadini di questo territorio più dei rappresentanti delle istituzioni teniamo a queste terre e alle sue tradizioni. Noi più dei rappresentanti delle istituzioni vogliamo consumare i prodotti della nostra terra, ma non POSSIAMO sostituirci e fare quello che devono e possono fare le istituzioni per salvaguardare e tutelare la nostra agricoltura:
1) Individuazione dei terreni avvelenati e relativa inibizione alla loro coltivazione proponendo, di contro, fonti di reddito alternative.
2) Repressione del fenomeno dei Roghi tossici i cui fumi, carichi di veleni, ricadono anche sui prodotti dell’agricoltura e che, al di là di ogni riscontro scientifico non riteniamo, ragionevolmente, un bagno di salute.
3) Bonifiche dei territori, senza che queste diventino fonte di lucro per gli stessi avvelenatori”.