Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Speranza per Caserta, “A seguito della sospensione della discussione in Consiglio dello Statuto dell’Azienda Speciale Consortile per l’erogazione dei servizi sociali dell’Ambito Territoriale C1, il Movimento Politico “Speranza per Caserta” intende esprimere la sua opinione, in un momento delicato per il Paese e particolarmente per il sud d’Italia, dove ai problemi economici si aggiungono quelli cronici della carenza di servizi sociali e della precarietà dell’occupazione degli operatori che, nonostante svolgano il loro lavoro con impegno, spesso ricevono i propri emolumenti con notevole ritardo.
SpC ritiene che lo Statuto, diversamente da quanto dichiarato dal Sindaco Del Gaudio, presenti vizi di legittimità, in quanto sono stati elusi precisi riferimenti normativi che lo minano alla base.
Vero è che il Comune può scegliere autonomamente la forma associativa che ritiene più adeguata, così come disciplinate nel TUEL, ma deve obbligatoriamente verificare la sua fattibilità sul piano giuridico e sul piano della convenienza economica, nel rispetto del principio costituzionale del buon andamento della Pubblica Amministrazione (art. 97 Cost.).
Lo Statuto, inoltre, non tiene nel debito conto il ruolo rappresentativo della volontà popolare, ovvero del Consiglio Comunale, che viene chiamato unicamente ad approvare lo Statuto dell’Azienda Speciale, Ente strumentale del Comune di Caserta.
La qualificazione fornita dal legislatore all’Azienda Speciale ossia “Ente strumentale dell’Ente Locale” rivela, in sintesi, l’esistenza di un collegamento inscindibile tra l’Azienda e l’Ente stesso.
In altre parole l’Ente Locale, attraverso l’Azienda, realizza sostanzialmente una forma diretta di gestione del servizio. Essa, essendo dotata di personalità giuridica propria, è da considerarsi soggetto diverso dall’Ente Locale, al quale tuttavia risulta subordinata, considerato che quest’ultimo si esprime sia nel momento genetico (istituzione ed approvazione dello Statuto dell’Azienda da parte dell’Ente promotore) sia durante il suo funzionamento (approvazione degli atti fondamentali, quali ad esempio il piano – programma, i bilanci economici di previsione pluriennale ed annuale, il conto consuntivo ed il bilancio di esercizio, nonché la nomina degli organi di vigilanza sull’attività svolta).
L’Ente Locale si serve, pertanto, dell’Azienda speciale per la gestione di un servizio pubblico e, quindi, per soddisfare un’esigenza della collettività, in tale ottica spetta esclusivamente ad esso la fase “politica” costituita dalla determinazione degli obiettivi ad esso riferibili (valutazione in itinere ed anche ex ante) e dalla vigilanza sul perseguimento e raggiungimento di questi (valutazione ex post).
Nella relazione tecnica i Revisori dei Conti del Comune di Caserta dichiarano che lo Statuto è monco in quanto privo
del quadro economico di spesa consolidato degli ultimi esercizi, volto a dimostrare, in osservanza della Legge 95/2012 e della Sentenza della Corte Costituzionale del 17 luglio 2013, che la costituzione dell’Azienda porta ad un risparmio effettivo di almeno il 20% sul totale delle risorse spese negli esercizi finanziari precedenti.
SpC fa rilevare che lo Statuto risulta anche privo dell’Atto Costitutivo, ovvero della Convenzione che deve essere stipulata tra i Comuni consorziati, ed approvata anch’essa dal Consiglio Comunale.
Inoltre, manca l’elenco nominativo del personale dei Comuni consorziati che dovranno svolgere i compiti e le funzioni assegnate all’Azienda Speciale. Sorge anche un’altra criticità legata al fatto che il Comune di Castel Morrone (che fa parte dell’Ambito C1) non partecipa alla costituzione dell’Azienda, ma stipula la Convenzione con i Comuni consorziati. Un vero pasticcio.
Infine, i Comuni consorziati versano un euro per abitante, mentre i provvedimenti regionali fissano (almeno) in 7 euro la quota per abitante.
SpC ritiene che occorra una revisione totale del testo elaborato, senza ricorrere a nessun parere, in quanto questo esiste già ed è contenuto in una recentissima deliberazione della Sezione Regionale di Controllo per il Lazio (n. 84 del 9 maggio 2013) che già si è espressa nel merito e da cui sono state tratte alcune delle considerazioni riportate nel presente comunicato.
Al di là di ogni tecnicismo, comunque, emerge l’ennesima brutta figura di una Amministrazione che sembra un automobilista ubriaco: prova a correre molto, e molto spesso va a sbattere.”