NAPOLI – La Macroregione per la Legalità: è la rete interregionale degli Uffici di Presidenza delle Commissioni consiliari e assembleari di contrasto al crimine organizzato di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, che vede in prima linea le Commissioni di inchiesta Anticamorra e contro la criminalità organizzata e la Commissione speciale per il Controllo sulle bonifiche ambientali e contro le ecomafie del Consiglio Regionale della Campania.
Stamani i rispettivi Presidenti Gianfranco Valiante e Antonio Amato, entrambi del Pd, hanno riunito congiuntamente le Commissioni per condividere il documento politico frutto del lavoro svolto insieme con le Regioni Calabria, Puglia e Sicilia e che sarà trasformato in un Ordine del Giorno, con raccomandazioni, da sottoporre all’attenzione del Consiglio.
“A fronte della globalizzazione della strategia della criminalità mafiosa, occorre che le istituzioni regionali rispondano con un’azione unitaria e integrata, di repressione e di prevenzione nell’ambito territoriale del Mezzogiorno – ha spiegato il Presidente Valiante – ; da qui il progetto condiviso con le altre regioni meridionali volto a dare vita ad una serie di misure e di strumenti finalizzati ad aggredire il fenomeno criminoso da tutti i fronti, da quello repressivo, a quello preventivo a quello culturale. Tra le principali misure previste, il Fondo Unico di Giustizia, volto a destinare quote rilevanti delle risorse alle Regioni sul cui territorio sono state eseguite confische; il rating antimafia per le imprese quale sistema di premialità nei bandi ad evidenza pubblica; i testi unici in materia di antimafia”.
“Tra gli interventi volti a caratterizzare la Macroregione della Legalità ci sono l’istituzione di un coordinamento per la legalità, nell’ambito della Conferenza Stato/Regioni; il Protocollo/Patto per la legalità in contrasto alla mafia e alla corruzione da far adottare a tutti i Consigli regionali del Sud Italia, nonché l’’l’ora della legalità’ destinata agli studenti – ha sottolineato il Presidente Amato – per il quale “con questa iniziativa le Regioni meridionali fanno squadra contro la criminalità, contro la corruzione, per la trasparenza e per la legalità, attraverso una serie di azioni ed iniziative tra cui l’utilizzo dei beni immobili confiscati alla mafia e alla camorra per attuare programmi di solidarietà e di occupazione”.
Il Vice Presidente della Commissione Anticamorra Angelo Marino (Caldoro-Presidente) ha evidenziato “la positività, la concretezza e la forte valenza simbolica dell’azione messa in campo in sinergia con le Regioni del Sud contro tutte le forme e le manifestazioni della criminalità e della corruzione”, ha sottolineato: “è fondamentale che l’iniziativa intrapresa dalle Commissioni venga politicamente condivisa con il voto da tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale allo scopo di renderla ancora più forte” e si è soffermato su un’altra misura prevista dal documento relativa al “Progetto unitario sperimentale contro le mafie da adottare a livello regionale per promuovere un’azione congiunta e sinergica del Mezzogiorno nei confronti del Governo e del Parlamento, in collaborazione con la Commissione parlamentare Antimafia e l’Agenzia Nazionale di beni confiscati”.
Per la consigliera di Centro Democratico Anita Sala “l’azione intrapresa dalle Commissioni contro la criminalità delle Regioni del Sud Italia dà vita ad un coordinamento istituzionale e politico che rafforza ed eleva sul piano nazionale la lotta alla criminalità diventando un modello politico ed operativo anche per le Regioni del Nord, anch’esse interessate dal fenomeno criminoso”.
Infine, il consigliere de La Destra Carlo Aveta che ha sottolineato “la forte valenza culturale di questa iniziativa che vede la nostra regione in prima linea contro la criminalità e a favore della cultura della legalità” e ha formulato alcune proposte modificative volte “a rafforzare le iniziative contro il gioco d’azzardo promuovendo azione politica affinchè lo Stato cessi di alimentare questo dramma sociale ed economico” , “ad abolire l’ipotesi di una Scuola meridionale di formazione per la pubblica amministrazione al fine di evitare ulteriori appesantimenti burocratici ed economici” e “a scongiurare ‘derive giustizialiste’ nella previsione di un Codice etico per le candidature alle elezioni basato su ipotesi di esclusione dovute a presunti concorsi con associazioni criminali che, spesso, nella realtà dei fatti, sono del tutto destituiti di fondamento”.