CASAL DI PRINCIPE – “Nessun ulteriore impianto inquinante, la bonifica è l’unico atto non più rinviabile che i cittadini si aspettano e questo territorio martoriato chiede da anni.” Questo il messaggio che Pietro di Sarno, segretario provinciale di SEL, lancia alla vigilia della visita dei parlamentari campani del suo partito sul luogo dei ritrovamenti di rifiuti a Casal di Principe, proprio nell’area indicata da un pentito (non è Carmine Schiavone).
L’esponente di SEL continua poi precisando il senso di questa visita “istituzionale”: “Domattina (venerdì ndr) saremo a Casal di Principe innanzitutto perché crediamo che una presenza politica e istituzionale sul posto possa rappresentare una garanzia per quanti, dopo anni di colpevoli silenzi, si aspettano dallo Stato verità e trasparenza. In questo senso, il capogruppo alla Camera Gennaro Migliore con gli altri quattro parlamentari campani saranno qui come strumento, presidio istituzionale a disposizione della popolazione e del territorio.”
“Da Casal di Principe – continua Di Sarno – deve simbolicamente ripartire il riscatto di un intero e più vasto territorio. Sono anni che, al fianco di associazioni e comitati, denunciamo l’avvelenamento di intere città come Giugliano, Castel Volturno, Caivano e tante altre, il vero e proprio silente genocidio di intere fasce di popolazione. Ora, mentre si scava e viene tristemente alla luce il disastro annunciato, noi cittadini residenti pretendiamo di essere parte di ogni azione che si sta compiendo e che si andrà a compiere. Vogliamo partecipare cioè alla mappatura delle nostre terre, vogliamo sapere quali sono i terreni compromessi, fin dove arriva l’inquinamento delle falde acquifere. Chiediamo tutela per i nostri agricoltori e per meravigliosi prodotti delle nostre terre insieme a riconversioni a “No Food”, lì dove dovessero esserci dati certi sull’inquinamento. Ci batteremo in tal senso, fuori e dentro le istituzioni, perché le commissioni che si occuperanno delle bonifiche siano composte da tecnici individuati anche dalle associazioni che da anni sono impegnate nella tutela ambientale di queste terre.”
“La consapevolezza – conclude di Sarno – rende piena la democrazia e il senso vero dell’essere cittadini. Le bonifiche devono restituire a quest’area la dignità che merita. Potrebbero essere non solo l’occasione per creare tanti nuovi posti di lavoro ma anche e soprattutto un momento per ristabilire un rapporto d’amore e rispetto reciproco tra popolazione residente e la propria terra, quella stessa terra che ha subìto stupri ancora non del tutto confessati ed ha restituito morte e dolore.”