E’ morto per aver assunto un ingente quantitativo della cocaina che avrebbe dovuto spacciare. Questa la verità emersa sulla morte di Antonio Ciaramella, indagato, fino al decesso per overdose avvenuto nel settembre 2011, nell’inchiesta della DDA di Napoli che ha smantellato un’organizzazione di spacciatori capeggiata da elementi del clan dei Casalesi attiva ad Aversa, Gricignano e nei comuni limitrofi.

Lo rivela – come emerge dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli- un pentito del clan, Angelo Compagnone, zio del ragazzo. “Antonio doveva custodire 50 grammi di coca di una partita da 100 grammi che avevamo acquistato per 4 mila euro; la coca era pura all’89% ma lui se n’è tirata oltre la metà e gli è venuto un infarto”. Durante il blitz di questa mattina condotto dai carabinieri del Nucleo Operativo di Caserta diretti dal capitano Vincenzo Carpino, quattro elementi del clan Autiero sono finiti in carcere e cinque ai domiciliari mentre per un’indagata il gip ha disposto il divieto di dimora nel Comune di residenza.

 

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