CASERTA – Cresce la Cassa integrazione straordinaria, il lavoro nero e il precariato, migliaia di lavoratori espulsi dal mercato occupazionale. Questo il quadro allarmante in Italia nell’ultimo anno.«La crisi economica non è finita e non finirà nel 2013, al contrario di quanto ottimisticamente ripete il Governo».
Lo affermano le organizzazioni sindacali a fronte di un tasso di disoccupazione nazionale salita al 12,2% e che coinvolge i settori dell’industria, del commercio, dell’agricoltura, dell’edilizia. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 127 mila, aumenta dell’1,4% rispetto al mese precedente (+42 mila) e del 14,5% su base annua (+395 mila). Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,2%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,5 punti nei dodici mesi. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 667 mila e rappresentano l’11,1% della popolazione in questa fascia d’età. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 40,1%, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 5,5 punti nel confronto tendenziale (Fonte Istat dati relativi a settembre 2013). Calano i consumi, gli ordinativi alle imprese, l’export economico, con previsione di flessione occupazionale anche per la seconda parte del 2013 e oltre. Solo nel settore privato, la crisi mette a rischio decine di migliaia di lavoratori, che potrebbero in parte salvarsi ma solo con il ricorso al lavoro irregolare, in preoccupante crescita. Da flessibili a precari. Da precari a disoccupati. La recessione sconvolge i mercati globali ma anche quelli locali del lavoro. In Italia ci sono circa quattro milioni di lavoratori con contratto atipico e per molti di loro l’obiettivo del posto fisso svanisce dentro la tempesta finanziaria. Per gli atipici, questa è la stagione dei licenziamenti, mentre la precarietà si allarga sempre più. Aumentano cassa integrazione e mobilità. E almeno un milione di non strutturati rischia di finire nelle liste di disoccupazione. Con le tante tipologie contrattuali, Co.co.pro, lavoro in somministrazione, lavoro riaprtito, lavoro a chiamata, staff leasing, si pensava di rendere più facile l’ingresso nel mercato del lavoro, per il quale le generazioni più giovani hanno sperimentato tutte le vie d’accesso. Ma oggi è soprattutto più facile licenziare, o non rinnovare i contratti a tempo, che poi è lo stesso. Così – stando a un sondaggio di Eurispes – oltre il 46% degli italiani ritiene che le nuove regole del mercato del lavoro abbiano soltanto reso più difficili le possibilità occupazionali dei giovani.
In Campania e nella provincia di Caserta i dati sulla disoccupazione, sulla precarizzazione, sul lavoro irregolare sono addirittura catastrofici. Da indagini condotte presso la Camera del Lavoro di Caserta risulta che nella nostra provincia il tasso di disoccupazione è più del doppio rispetto alla media nazionale. Camilla Bernabei, segretario generale della Cgil di Caserta, intervistata in esclusiva per Retenews24 fornisce alcuni dati. «I contratti di somministrazione – ragiona Bernabei – erano 400 nel 2012, attualmente sono 200. I contratti a termine, sempre considerando lo stesso arco di tempo, erano prima 200, oggi 50. C’è stato, però, un significativo aumento dei contratti a progetto da 100 a 200. Quindi, complessivamente, c’è stata una riduzione di questi contratti di lavoro precario del 50%, con conseguente aumento dei disoccupati». E continua: «Per quanto riguarda il lavoro sommerso, difficilmente controllabile, secondo stime dell’Ispettorato del lavoro di Caserta, il fenomeno è aumentato del 30% in Terra di Lavoro. Caserta, che resta una delle province d’Italia con il più alto tasso di lavoro irregolare, si trova attualmente al quarto posto».
Secondo i dati della Direzionale Provinciale del Lavoro di Caserta, citati dal segretario confederale della Uil di Caserta, Pietro Pettrone, su 3.105 aziende ispezionate nell’ultimo anno, ben 1.655 sono risultate irregolari! Su 5.514 lavoratori controllati, 1.793 erano irregolari e 889 totalmente a nero. Luigi Massa, coordinatore provinciale per Scelta Civica: «I dati sulla disoccupazione giovanile al Sud e sul lavoro nero sono il richiamo più drammatico ad un’assunzione vera di responsabilità da parte, non solo della politica, ma anche di sindacati e mondo imprenditoriale. E’ impellente un’iniziativa che, superando veti corporativi incrociati ed una visione ormai superata delle dinamiche proprie del mercato del lavoro, raccolga la sfida della globalizzazione con riforme strutturali, incentivanti per chi crea lavoro e rassicuranti per il futuro dei lavoratori, soprattutto più giovani. Va detto basta alla retorica delle promesse e vanno messe in campo scelte coraggiose per il bene comune».
Marian Gargiulo