Scrivo queste righe col terrore addosso. Mi tremano ancora le mani. E spesso le dita “sbagliano” i tasti. Sudo freddo. Ho una tremenda paura. Sto nel panico. Non mi era mai capitato prima. In passato non ho mai corso un rischio così grande. E’ in gioco la mia incolumità. Vi starete chiedendo chi mi ha ridotto in questo stato. Impallidisco già solo all’idea di scrivere il suo nome: Andrea Aquilante. Ecco, mi assale di nuovo un improvviso senso di oppressione. E’ come se avessi una pistola puntata alla tempia. No, peggio. Meglio essere davanti a un plotone di esecuzione: “Puntare, mirare, fuoco”. E tutto finisce. Senza agonia. Ma io purtroppo mi trovo in condizioni peggiori del condannato a morte. Tutta colpa sua, di Aquilante.
Il vicesindaco di Gricignano ha commentato tramite Facebook un articolo a mia firma (clicca qui per leggerlo). E come ho letto il suo post mi sono sentito come la vittima sacrificale di un film horror. Ecco la prima parte del commento: “Dopo i tantissimi attacchi sulla “lentezza” della maggioranza da parte dell’opposizione e delle sue testate (di proprietà e non, compresa questa), questo sedicente giornalista si preoccupa della mia partenza in quinta. È ovvio che la partenza era riferita alla chiacchierata fatta con i ragazzi del “Cim”. Probabilmente contro quel “muro” che costui ama tanto ci è sbattuto lui stesso con la faccia da bambino! Punto, due punti, punto e virgola!!!”.
A parte i miglioramenti nella punteggiatura che da lui non mi sarei mai aspettato (se non fossi ateo direi che non c’è limite alla Provvidenza), e a parte il fatto che è sempre meglio avere una faccia di bambino che una faccia di c…, ho iniziato ad avvertire un’insopportabile sensazione di irrequietezza. Mi sono chiesto: come mai? Cosa c’è che non va? Poi ho capito: mi ha destabilizzato il termine “bambino”. Scritto da Aquilante mi ha fatto venire i brividi. E leggendo la seconda parte del suo post sono piombato in un incubo.
Sempre in riferimento a me, il vicesindaco scrive: “Inizialmente, costui mi ha ricordato quel bambino alle materne che invidioso del disegno dell’amichetto di banco glielo scarabocchia. Sì, perché tutto quello che i ragazzi del Cim hanno riportato nel comunicato risponde a verità ed è tutto documentato, tutte iniziative poste in essere dal Comune. Ma poi, pensandoci bene, visto che questo tizio ha avuto “la sostanza” di aspettare che il Cim, dopo aver riportato le interviste degli altri assessori, arrivasse al sottoscritto, nonostante le quattro querele depositate contro di lui e la sua testata, sono arrivato alla conclusione che si tratta di “amore allo stato puro”. Ebbene sì, Mario De Michele mi ama!”.
Noooooooooooooooo. Aiutatemi, per favore!!! Aquilante, proprio lui, quell’Aquilante, scrive che io gli ricordo un bambino, delle materne per giunta. E non contento di parole già di per sé (essendo scritte da lui) così terrificanti e minacciose, aggiunge che si tratta di “amore allo stato puro”. Vi rendete conto? Al mio posto voi cosa avreste fatto? Io in preda al panico mi sono barricato in casa guardandomi in ogni istante alle spalle (nel caso di Aquilante bisogna avere la massima prudenza). Ho chiuso tutto: porte, finestre, abbaino. Ho sigillato il comignolo per scongiurare eventuali incursioni dall’alto alla Babbo Natale. Mi sono nascosto in un angolo con il telefonino in mano. Pronto a chiamare carabinieri, polizia, finanza, esercito, servizi segreti (deviati e non), Ros, Ris, Nas, Digos e tutte le altre sigle delle forze dell’ordine che finiscono in “s”. Per sicurezza avevo sott’occhio anche i recapiti di: Mazinga, Jeeg Robot d’Acciaio, Batman, Superman, Uomo Ragno, Hulk e Iron Man.
Un’esagerazione? Macché. Quando uno come Aquilante ti considera come un bambino delle materne le precauzioni non sono mai troppe.
Mario De Michele