SANT’ARPINO – Il gruppo consiliare di “Sant’Arpino Libera@Democratica”, composto dai consiglieri Elpidio Iorio, Francesco Capone, Caterina Tizzano, Adele D’Angelo ed Elpidio Maisto, denuncia l’atteggiamento prevaricatore e arrogante usato dalla maggioranza in occasione dell’approvazione del Regolamento della Commissione per le Pari Opportunità.
“Ci spiace da subito rilevare che – si legge in una nota – il consiglio ha approvato un Regolamento sulle Pari Opportunità che di fatto nega le opportunità per tutti! Una conclusione amara a cui si è giunti soprattutto per volere dell’assessore Iolanda Boerio che sulla vicenda ha mostrato la sua grande arroganza politica e peggio ancora una comportamento teso più a colpire qualcuno che a migliorare qualcosa.
I fatti: ci viene consegnata una bozza del nuovo (?) Regolamento della Commissione per le Pari Opportunità. Da una nostra attenta lettura riscontriamo subito una serie incredibile di strafalcioni, a partire dal titolo. Ma la cosa più incredibile è che il Regolamento sostanzialmente di innovativo, rispetto al passato, prevede solo il raddoppio della presenza della componente di maggioranza rappresentata dal sindaco e dall’assessore che nella prima bozza avevano anche diritto di voto. Un Regolamento, quindi, che si preoccupava solo di blindare la maggioranza!
Di fronte a queste magre e confuse “innovazioni”, che la Boerio dice di essere il frutto della sua esperienza maturata all’interno della Commissione (avete capito bene: l’esperienza ha “semplicemente” suggerito alla Boerio di raddoppiare la presenza della maggioranza!!!!!), il nostro gruppo ha proposto di innovare completamente il Regolamento con modifiche che rendessero la Commissione Pari Opportunità un organismo autonomo e indipendente dalla politica. Avevamo suggerito di procedere alla nomina dei componenti attraverso un bando che, sulla scorta di criteri oggettivi, suscitasse la partecipazione di tante personalità locali in grado di fornire un utile contributo sulle Pari Opportunità. Una proposta che “rivoluzionava” completamente la modalità di selezione dei componenti prevista nel Regolamento contestato e che rendeva reale e sostanziale il concetto delle “Pari opportunità”. Infatti, la nostra proposta, respinta dalla Boerio e dalla maggioranza, tendeva a rompere la logica di una contrapposizione tra maggioranza e minoranza con 7 rappresentanti alla prima e 4 alla seconda. Insomma proponevamo una volta per tutte di superare la lottizzazione e di favorire realmente l’opportunità di accesso a tutti in particolare a quelli che se pur validi non hanno il requisito della vicinanza politica a questa o a quella forza politica.
Sulla nostra proposta la maggioranza ha alzato un muro chiudendo completamente in forza dei numeri (concetto di “democrazia” molto caro alla Boerio) all’impostazione da noi data. In ragione di una volontà di intelligente e collaborativo dialogo che, in contemporanea, nella commissione Bilancio ha consentito di raggiungere importanti risultati sui Regolamenti Tares e Idrico, avevamo tentato di proporre un bilanciamento nella Commissione Pari opportunità con la presenza di un consigliere di minoranza, senza diritto di voto. Ma anche su questa “apertura” c’è stata “chiusura”. Invero molti componenti della maggioranza avrebbero voluto accettare ma il “capriccioso e risentito” comportamento della Boerio ha impedito che ciò avvenisse.
E’ chiaro che questo modo di relazionarsi complica notevolmente i rapporti istituzionali tra maggioranza e opposizione. Sulla tematica specifica delle Pari Opportunità, invece, avvieremo una battaglia di democrazia e civiltà denunciando le ulteriori anomalie lasciate nel Regolamento nonostante le nostre obiezioni. E rinunciamo sin d’ora alla nomina dei componenti che secondo il contestato regolamento spetterebbero alla minoranza. Come pure la riprova della particolare concezione che Iolanda Boerio e la maggioranza hanno della democrazia e del confronto sta nell’aver organizzato e portato avanti la manifestazione del “Flash mob” sulle pari opportunità del 25 novembre senza alcun confronto nelle sedi istituzionali con le altre donne presenti in Consiglio comunale!”