NAPOLI – “Il sistema produttivo ci chiede procedure e norme che non blocchino lo sviluppo, ma anzi amplino le opportunità di crescita. Il provvedimento di riordino dei Consorzi Asi, grazie anche agli emendamenti presentati e al lavoro di discussione portato avanti in questi mesi in Commissione, risponde a questa esigenza e consente di velocizzare gli iter burocratici. Resta aperta una questione, quella relativa all’incapacità di questa maggioranza: l’agenda ormai la detta il Partito Democratico, che si assume la responsabilità di approvare provvedimenti importanti per i cittadini e le imprese della regione”. Così Raffaele Topo e Antonio Marciano, rispettivamente capogruppo e vicecapogruppo del Partito Democratico al Consiglio regionale della Campania, dopo l’approvazione della proposta di legge sull’assetto dei Consorzi Asi.

 

“Con la nuova legge sarà possibile preservare la destinazione industriale delle aree su cui insistono insediamenti produttivi. Inoltre, gli emendamenti da noi presentati consentono di aprire le Asi anche alle imprese artigianali; istituire gli sportelli unici consortili, che serviranno a raccordare i vari Comuni e la Regione; creare un rapporto diretto con le Università e i Centri di Ricerca, per favorire l’accesso al lavoro dei giovani studenti; individuare le cosiddette Apea (Aree produttive ecologicamente attrezzate), realizzando servizi e infrastrutture a supporto di chi lavora e vive in questi ambienti, ad esempio con asili nido, istituti di credito, servizi per la formazione”, proseguono i due consiglieri.

 

“Dobbiamo superare la frammentazione del nostro sistema economico: la presenza in campo di troppi attori e troppi strumenti, in una condizione economica profondamente complicata, rischia di imbrigliare il settore produttivo. C’è quindi bisogno di una sintesi, di un quadro strategico lungimirante in cui inserire tutti gli interventi, ripensando funzioni e ruoli dei Consorzi e provando a non consumare nuovo suolo per gli insediamenti, visto anche che nelle varie zone Asi in regione c’è disponibile il 40 per cento di aree, in particolare nelle province di Napoli e Caserta”, concludono Topo e Marciano.

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