Nel quadro della costante attività di prevenzione e repressione del fenomeno della contraffazione, in relazione all’intera “filiera illecita”, negli ultimi giorni, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno portato a termine nel capoluogo campano, un’importante operazione.

 

Le investigazioni, svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria, incentrate su un’attenta attività di analisi e una lunga serie di controlli del territorio, hanno infatti permesso di individuare nel quartiere napoletano di “San Carlo all’Arena” un’azienda operante nel settore della galvanica del tutto abusiva, in quanto priva di autorizzazioni di qualsivoglia tipo e natura. La stessa era perfettamente attrezzata per svolgere lo specifico ciclo di lavorazione (dal materiale grezzo alla “laccatura”) degli accessori e dei marchi metallici di note firme, curando anche la fase dei bagni di galvanica a base di nichel, rame e ottone.

 

L’individuazione, “a monte”, delle spedizioni di metallo “sospette”, il pedinamento dei presunti destinatari e, quindi, la scoperta a Napoli del sito di produzione e stoccaggio completamente abusivo hanno fatto scattare immediatamente le operazioni di perquisizione.

All’atto dell’accesso i Finanzieri hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro circa 15.000 accessori metallici per capi di abbigliamento e articoli da viaggio, in diversi stadi della lavorazione, i quali riportavano i segni distintivi contraffatti dei marchi Gucci, Prada e Liu Jo.

E’ stato quindi operato il sequestro di tutto il suddetto materiale nonché dell’intero complesso aziendale, dalla superficie di circa 120 mq, ove erano state collocate diverse apparecchiature necessarie alla bisogna, tra cui:  16 vasche artigianali, delle quali 4 utilizzate per i bagni di galvanica a base di nichel, rame e ottone e 12 per i successivi processi di lavorazione; 6 trasformatori elettrici, occorrenti per il funzionamento delle succitate vasche; 1 armadio essiccatore; 1 spazzolatrice;1 banco da lavoro.

Il materiale prodotto, di pregevole fattura, era destinato ad alimentare il mercato napoletano del falso.

 

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