Subito una ”mappa del rischio” per classificare i terreni nella Terra dei Fuochi, distinguendo ”quelli che sono a rischio da quelli che non lo sono”, anche per evitare ”allarmismi infondati”. La annuncia in una intervista al Mattino il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, spiegando che sta arrivando anche il decreto per ”inasprire le pene per chi sversa o incendia rifiuti nelle zone sottoposte a emergenza. Viene prevista finalmente un’aggravante e soprattutto un meccanismo che assicuri il passaggio di informazioni tra la magistratura e le pubbliche amministrazioni”.

La mappatura verrà fatta ”subito” e ”chiederemo, quindi, alla Regione che ha approvato recentemente il piano di bonifica, di indicare i terreni off-limits sulla base di parametri certi che offriremo. La coltivazione verrà sospesa per una certa fase se i parametri non tornano”. Occorre, sottolinea Orlando, ”rassicurare con dati certi. Chi vive in certe zone e soprattutto chi produce prodotti agroalimentari: non tutti devono essere colpiti dal marchio d’infamia”. Uno degli errori, aggiunge il ministro è stato ”non aver investito subito gli enti di ricerca e dimostrato se certi studi, come quelli dell’Us Navy, siano veritieri o no”. Nel 2010, insomma, ”bisognava verificare subito” di dati americani, ”non limitarsi a smentirli”. Ora invece ”con Enea, Ispra e Istituto superiore della Sanità avremo una mappatura certa delle zone a rischio. Basta allarmismi ma per questo occorre dare certezze”. ”Per anni in quella zona – osserva il ministro – c’è stato un blackout democratico ed è diventata una sorta di terra di nessuno. Oggi c’è un occhio vigile e ci saranno interventi conseguenti”.

 

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