Grande vittoria per gli studenti di Terra di Lavoro! Questa mattina, in numerosi istituti del casertano, sono state convocate delle assemblee d’istituto straordinarie, per discutere della fase storica di passaggio e cercare di capire come andare a intaccare le contraddizioni sistemiche e costruire un fronte comune di opposizione sociale. Le assemblee, che hanno visto la piena partecipazione della componente studentesca mediante numerosi interventi, hanno sviscerato una serie di problematiche che travalicano il mero studentismo, ponendosi in una prospettiva politica più ampia basata sulla volontà del movimento studentesco di rapportarsi e convergere con tutte le lotte che attraversano i nostri territori.
Uno dei temi centrali delle assemblee è stato quello ambientale. Partendo da una analisi del corteo di #fiumeinpiena contro il biocidio, tenutosi a Napoli lo scorso 16 novembre, gli studenti hanno sottolineato che le responsabilità dello scempio ambientale in Campania sono politiche e che è necessario rifiutare ogni trattativa con le istituzioni, che sono state accondiscententi e conniventi con coloo che per anni hanno speculato sui nostri territori. In questo scenario, appare determinante il ruolo delle comunità, le cui volontà sono vincolanti in merito alle decisioni che riguardano i nostri terrori.
“Ci si è espressi – scrivono – soprattutto sul tema delle bonifiche, rivendicando la necessità che queste siano effettuate sotto stretto controllo popolare, affichè non rappresentino l’ennesima occasione per i soliti noti di trarre profitto. Altro problema di cui si è discusso è la necessità di garantire un salario minimo europeo intercategoriale a tutti i precari e disoccupati pari al livello salariale dei lavoratori del resto dell’Unione Europea. Gli interventi degli studenti sono stati scanditi degli slogan “chi ha inquinato deve pagare” e “salario garantiro, salario sociale”. Gli studenti hanno espresso anche la loro assoluta solidarietà e complicità con gli studenti napoletani, oggetto di una violenta repressione e criminalizzazione da parte delle istituzioni e delle forze dell’ordine, in occasione delle occupazioni dei loro istituti e della manifestazione dello scorso 15 novembre. Al termine della discussione gli studenti hanno espresso la volontà di occupare i propri istutiti e autogestirne la didattica, utilizzando una pratica di lotta di cui nella provincia di Caserta ci si è riappropriati solo lo scorso anno. Quella dell’occupazione, dunque, appare l’unica possibilità di lotta che ci rimane per paralizzare l’istituzione scolastica e creare realmente conflitto sociale, portando avanti delle rivendicazioni determinate ed eterogenee, auspicando ad un percorso di sintesi e di unità tra tutti i soggetti politici in lotta.”
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