NAPOLI – A lavoro è tornata lo scorso 16 agosto, in un ambiente definito ‘protetto’, non a diretto contatto con i degenti. E sarà lì, a lavoro, all’ospedale Cardarelli di Napoli, che l’infermiera Annarita Buonocore aspetterà la sentenza della Corte di Appello di Salerno in merito a quanto da lei commesso:

il rapimento di un neonato, il 7 giugno dello scorso anno, da un altro ospedale, quello di Nocera, dove si finse infermiera. Secondo quanto racconta il Corriere del Mezzogiorno, dorso campano del Corriere della Sera, l’infermiera 43enne che rapì il piccolo Luca dal reparto di ginecologia dell’ospedale Umberto I – voleva far credere al suo compagno di aver partorito – tenendolo nascosto per diverse ore nel suo appartamento, è tornata a lavoro. Il direttore medico di Presidio dell’ospedale Cardarelli di Napoli, Franco Paradiso, conferma. “Il rientro è avvenuto dallo scorso 16 agosto – spiega – su disposizione del magistrato la Buonocore lavora dalle ore 8 alle ore 14 e lo fa nel complesso operatorio di chirurgia generale. Viene definito un ambiente ‘protetto’, vale a dire non consente all’infermiera di stare a diretto contatto con i degenti. Lavora regolarmente e ad oggi non si è registrato alcun problema”. La Buonocore, che sin dall’inizio ammise di voler restituire il piccolo ai suoi genitori, è stata condannata in primo grado a sei anni di reclusione con rito abbreviato, dopo quasi 9 mesi di carcere ha ottenuto i domiciliari. Poi, da agosto, il permesso di riprendere il lavoro visto che, secondo quanto valutato dai magistrati, rappresenta l’unica fonte economica per la donna.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui