NAPOLI – La sua forza, dice, ora è la rabbia. Rabbia perché ”mio figlio è stato assassinato dallo Stato, due volte: quando in carcere non è stato curato e quando in carcere è stato picchiato”. Chiede la verità e la giustizia, Nobila Scafuro, mamma di Federico Perna, morto lo scorso 8 novembre nel carcere di Poggioreale, a Napoli. ”Per fortuna il ministro Cancellieri ha deciso di avviare un’indagine, è stata una bella soddisfazione – dice all’ANSA – se fino a ieri non avevo fiducia nella giustizia, oggi ne ho di più”.

Sarà l’autopsia a stabilire le cause della morte di Federico, a ricostruire quanto accaduto e a confermare o meno le accuse della famiglia. Intanto Nobila racconta la storia di Federico. E descrive il suo corpo ”pieno di colpi. L’ultima volta ho visto mio figlio una settimana prima che morisse – dice – aveva un grosso livido sullo zigomo. In un primo momento mi disse che era stata una sportellata, poi un suo compagno lo invitò a dirmi la verità, che erano state le guardie e lui lo ammise”. ”Stava male Federico, non riusciva a reggersi in piedi e nessuno lo ha curato – aggiunge – non era un santo mio figlio, no, ma aveva diritto ad essere curato dallo Stato italiano. Federico non ritornerà ma io chiedo verità e giustizia per lui e per tutti coloro che sono in carcere, matricole senza voce”.

 

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