Il vicesindaco di Mondragone Anna Barbato ha rassegnato le dimissioni. L’esponente del Partito Democratico non accetta la messa in discussione della sua onestà dopo che un parente è stato coinvolto in un’operazione dei carabinieri contro il clan La Torre. “Non posso più tollerare -scrive – illazioni, offese e valanghe di fango, soprattutto agli occhi dei miei figli, che hanno visto in me la bussola di un’educazione basata prima di tutto sul rispetto del prossimo e della legge”.

 

Ecco il testo della lettera aperta alla città di mondragone

LETTERA APERTA ALLA CITTA’

 

LA LEGALITÀ È veritÀ

Care concittadine, Cari concittadini,

la storia di queste terre non è estranea al dilagarsi del  fenomeno camorristico, un male che si moltiplica e reca danno alla società civile, un male che da diversi, troppi, anni si manifesta con il culmine di arresti eccellenti e il sorgere di nuove generazioni criminali. I continui colpi apportati alle organizzazioni criminali da parte dello Stato che, giorno per giorno contrasta la portata nociva del fenomeno, rappresentano volontà e forza di un disegno civile che si appoggia su un imprescindibile concetto di etica pubblica. Il rispetto della legalità, delle leggi, delle istituzioni, della rappresentanza, sono le uniche grandi forme di libertà. Una libertà che scegliamo di vivere e di difendere giorno per giorno, indipendentemente dal prossimo. Una libertà che è frutto di una scelta personale.

Da quando ero giovane, ho scelto di essere un’attivista politica, impegnandomi costantemente per il bene della società in cui sono cresciuta. All’età  di 24 anni, fui eletta alla carica di Consigliere Comunale e sin da subito mi sono battuta per rappresentare e porre in luce le grandi questioni sociali che attanagliavano la terra di Mondragone. Non è un caso che oggi continuo l’attività politica come assessore, impegnata in prima linea proprio nel sociale, nella promozione culturale del territorio. Sistematicamente, però, alle innumerevoli iniziative promosse negli ultimi mesi, che hanno toccato i temi più svariati  come il disagio sociale, la violenza sulle donne, i diritti dell’infanzia e della cultura, sono stata buttata in pasto ad un tritacarne mediatico, un vile gioco senza regole che ha in qualche modo provato a buttarmi giù, a smantellare la mia figura di amministratore e di donna onesta.
Ma a testa alta posso ben dire che a poco è servito!

Una brillante e riuscita operazione portata a termine dall’arma dei Carabinieri e dalla magistratura è servita più ad infangare la mia persona che servire un pubblico servizio al lettore . Oltre ad essere amareggiata per l’accostamento poco accorto della notizia al mio nome, mi è sembrato che qualcuno avesse in qualche modo voluto cercare (invano!) una commistione forzata tra la mia vita privata, la mia carriera politica e il mondo infame e perverso della criminalità. Un mondo che io, da sempre, ho condannato e combattuto. Un mondo che ho sempre rifiutato e che ho sempre delegittimato. Come insegnate, ho scelto di operare in una terra difficile come Pescopagano, mi sono sempre battuta contro l’illegalità e ho sempre cercato di non far risorgere dalle loro ceneri quelle idee malsane di violenza e di potere. A volte, quella tra cittadino e legalità è una relazione sofferta, una relazione debole per una eccessiva mancanza di cultura.
Ma non posso classificarmi come una donna “orfana di legalità”.
Il mio impegno sociale, politico, lavorativo e familiare lo dimostra. La famiglia che ho messo su, i suoi valori, sono la dimostrazione esemplare di una vita basata su scelte sane, pulite e anche sacrificate. Non ho mai agito basandomi su furbizia e privilegi. Ho sempre rispettato le leggi dello Stato. Care concittadine, cari concittadini; lo dichiaro con fermezza fraterna ma decisa: voi avete nei miei confronti il  diritto di negarmi la fiducia politica, ma mai potrete dubitare della mia onestà.

Ho deciso di presentare le mie dimissioni dalla carica di Assessore alle Politiche Sociali, Istruzione, Cultura e come Vice – Sindaco al Partito Democratico, notificandole al Partito Democratico.  
Questa decisione scaturisce da  diverse riflessioni. Tra le prime, ho subito maturato l’idea che questa vile macchina del fango messa su dai media, non è altro che una strumentalizzazione becera e maligna, finalizzata a sporcare il mio nome e promuovere titoli e sottotitoli di giornali che non fanno altro che speculare, raccontando l’inferno di queste terre. Non è la prima volta, in secondo luogo, che qualche “penna dispettosa” si accanisce contro la mia persona. Dal primo giorno che ho ricoperto la carica di assessore, in molti si sono accaniti contro il mio Partito e contro l’attivismo che mi vedeva protagonista nel campo della promozione culturale. Mai, è stata fatta una valutazione seria e oggettiva sull’operato del’assessorato da me ricoperto, ma solo un sano e cospicuo gossip mediatico finalizzato a delegittimare in maniera mediata un’istituzione che rappresenta la pietra angolare per un territorio che deve, oggi, essere rilanciato.  Non posso più tollerare illazioni, offese e valanghe di fango, soprattutto agli occhi dei miei figli, che hanno visto in me la bussola di un’educazione basata prima di tutto sul rispetto del prossimo e della legge.

Al fine di evitare ombre e dubbi che possono ledere il mio partito, le istituzioni di cui faccio parte ma soprattutto la mia amata Città;
Ho rassegnato il 03/12/2013 le mie dimissioni dalla carica di Assessore alle Politiche Sociali, Istruzione, Cultura e come Vice – Sindaco, consegnandole nelle mani del mio Partito.

Mondragone, 5 – dicembre – 2013

Prof.ssa Anna Barbato

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