A volte i sogni non si realizzano, ma ci arrivano molto vicino. E’ il caso del Napoli che esce dalla Champions League con l’onore delle armi. Decide un gol del Borussia Dortmund a Marsiglia nel finale, ma gli azzurri fanno il loro dovere fino in fondo, battendo l’Arsenal al San Paolo per 2-0. Sarebbe bastata soltanto un’altra marcatura per realizzare il miracolo. Ma il calcio a volte sa essere uno sport duro, che non ha pietà per nessuno. Il ‘girone della morte’ non perdona. Dopo la Juventus, anche il Napoli dunque esce dalla Champions e ‘retrocede’ in Europa League.
Il sogno di una impresa clamorosa, di un risultato storico da ottenere contro l’Arsenal, primo in classifica in Premier League, sfuma nella notte del San Paolo. Resta il rimpianto per essere usciti dopo aver totalizzato 12 punti (primo caso nella storia della competizione europea). E a pari merito con le due qualificate, Borussia e Arsenal. Altre squadre, impiegate in altri gironi, hanno ottenuto la qualificazione agli ottavi di finale con molti meno punti. Il Napoli è coraggioso e ardito, si presenta spavaldo e senza paura, proprio come lo voleva il suo allenatore. Ma a certi livelli l’eroismo non basta, ci vogliono altre qualità, tecnico-tattiche ed organizzative, quelle che gli azzurri in questa serata maledetta, che finisce comunque con gli appluasi convinti dei tifosi del San Paolo, riescono finalmente a mostrare. Benitez – che deve rinunciare a Reina, alle prese con problemi muscolari, sostituito da Rafael – schiera la solita squadra votata all’offensiva, con quattro punte, due centrali, Higuain e Pandev e due esterne, Callejon e Mertens preferito ad Insigne. La speranza del tecnico madrileno è di sfondare al centro, grazie ai movimenti combinati di Pandev e del Pipita che dovrebbero sfruttare la riconosciuta legnosità di Mertesacker e Koscielny.
Ed in effetti il gioco riesce una sola volta, nella ripresa, quando è proprio l’argentino, con una grande giocata, a mandare in vantaggio la sua squadra e ad alimentare i sogni. In quel momento, infatti, il Napoli è qualificato perchè il Borussia sta pareggiando a Marsiglia. L’Arsenal sfrutta la maggiore densità del suo centrocampo per tenere in mano il controllo della partita. Le tattiche utilizzate dai due tecnici sono infatti speculari solo sulla carta. In realtà Rosicky e Cazorla giocano in maniera permanente a centrocampo e lasciano il peso dell’attacco sulle spalle del solo Giraud, a volte sostenuto da Ozil. Nel Napoli, invece, la presenza di Mertens e Callejon a supporto di Dzemaili e Berhami è più limitata. Gli inglesi fanno girare la palla in continuazione con l’ottima tecnica a disposizione di tutti ed il Napoli ha qualche difficoltà nel contrastare l’azione avversaria.
Il Napoli, però, è più convinto, concreto e grintoso degli avversari e, soprattutto nella ripresa, cerca il gol con determinazione, fino ad essere premiato con Higuain. Il raddoppio arriva quando è ormai troppo tardi per sperare, vale a dire a 30 secondi dalla fine del tempo di recupero. Intanto, nel finale, il Borussia è andato in gol al Velodrome e la rabbia ed i rimpianti degli azzurri sono tutti rappresentanti nel pianto finale di Higuain a centrocampo, consolato dai compagni e dal pubblico che lo incita e lo sostiene. Ora il Napoli si dovrà dedicare all’ Europa League, torneo che lo scorso anno Benitez si aggiudicò alla guida del Chelsea. De Laurentiis ha sempre giudicato tale competizione intile se non dannosa. Bisognerà vedere che cosa ne pensa il tecnico, se farà come Mazzarri che lo scorso anno schierò deliberatamente in tutte le partite del girone le riserve, facendosi sbattere fuori, o se invece vorrà giocarsela davvero, anche pensando al ranking che quest’anno, per la seconda volta consecutiva in tre anni, ha condannato il Napoli ad essere inserito in un ‘girone della morte’, risultato fatale, sia pure sul filo di lana.