CASERTA – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dei commercianti del Corso Trieste di Caserta. “Un Natale così per i commercianti casertani non sarà facile da dimenticare: qualcuno non più tanto ragazzo, lo paragona a quello del 1943, e forse non ha torto. Allora il regime era morto; oggi non è in forma: basta guardare a chi ne rappresenta la parte peggiore.

Non contenti di aver fatto cadere di anno in anno la città di Caserta al quart’ultimo posto della classifica nazionale delle province italiane, le amministrazioni comunali succedutesi, ultima quella di adesso guidata dal sindaco Pio Del Gaudio, pur avendo già un piede nella fossa ce la sta mettendo tutta per arrivare all’ambito ultimo posto. Lunghi i Cahiers de doléance degli operatori economici della Città e in particolar modo dei cittadini di Corso Trieste, La strada più importante della città diventata zona Ztl dalle 16,00 in poi nei giorni feriali e chiusa invece totalmente al traffico veicolare dal venerdì pomeriggio fino alle tre del mattino del lunedì. La confusione per gli automobilisti in questo punto nevralgico della città è alta e inizia già dalla segnaletica che informa: Varco Attivo o Varco Non Attivo. E vai a sapere che significa. Il messaggio, ci insegna la linguistica, per essere tale deve avere una qualità fondamentale, deve saper riflettere il modello mentale degli  interlocutori, mentre il linguaggio prescelto nei tabelloni luminosi di Caserta riflette a pieno il modello mentale dei progettisti o forse dell’amministrazione. Nel caso specifico non possiamo neanche parlare di una semplice disparità tra modelli mentali, ma addirittura di una vera e propria avversità tra di essi: per gli amministratori attivo = divieto; per gli utenti attivo = permesso. Un messaggio più appropriato potrebbe essere: accesso consentito oppure accesso proibito. Consentito si passa proibito no. Chi è alla guida di una macchina nel caos cittadino, non interessa cosa s’innesca tecnicamente quando non può passare per una via: se i controlli sono attivi, inattivi o intermittenti. Gli interessa se può passare o no e ha bisogno di un’informazione chiara e diretta. Questa incomprensibilità informativa naturalmente ha allontanato molto persone a frequentare Caserta, specialmente dopo che si sono viste arrivare multe salatissime. Se a tutto questo si aggiunge: la scarsa illuminazione della strada, mancanza di manutenzione del verde pubblico in piazzetta Aldo Moro – ultimamente un albero si è abbattuto su chiosco adibito alla vendita di giornali – il prezzo dei parcheggi altissimo, la mancanza di servizi in quel tratto di strada ove mancano sia gli orari informativi delle navette sia le pensiline di attesa per quei pochi coraggiosi che sostano le loro auto al parcheggio sotterraneo di Piazza IV Novembre e che ancora si avventurano nei negozi del centro, automobilisti vessati quotidianamente da posteggiatori abusivi e sugli altri disservizi meglio tacere e stendere un lenzuolo pietoso. Con tutto questo sfacelo è naturale che l’economia di Corso Trieste stia morendo e i potenziali clienti e visitatori si spostino verso altri lidi. Uno scadimento che è lo specchio di una città in cui manca completamente una progettualità politica economica e turistica, e quindi un’idea di futuro in cui gli  operatori economici  possano sperare. Gli amministratori però, invece di pensare a mettere un freno a tante scene di declino e decadenza della città sforzandosi di creare condizioni più ideali per gli imprenditori cittadini, si sono intestarditi a istituire un braccio di ferro con i commercianti e i residenti del Centro città impiantando una zona a traffico limitato che non ha alcuna logica. Inutili le continue richieste presentate in tutte le salse dai commercianti, così come sono state altrettanto vane le promesse fatte da sindaco e assessori, che di volta in volta si sono succeduti ai vari tavoli tecnici per discutere il problema. Sembra quasi che gli amministratori provino una sorta di piacere inconscio a vedere l’economia cittadina morire. L’ultima promessa da marinai è stata quella di aprire il primo tratto di Corso Trieste. Ma, appunto è rimasta solo una promessa. Intanto l’economia cittadina, in questa importante arteria interdetta alle auto, langue, e si sta spegnendo giorno dopo giorno. I commercianti dal canto loro, visto l’inesistente aiuto da parte dell’Amministrazione nel contribuire a rendere più natalizio il contesto con addobbi o manifestazioni, si sono rimboccati le maniche e  hanno cercato di creare un minimo di attrazioni per il periodo natalizio. Così, oltre a rimpinguare le casse comunali con tassazioni sempre più esose, sono gli unici, e a proprie spese, a illuminare con le loro vetrine, i loro addobbi e le loro attrazioni, le strade di Corso Trieste nella speranza di incassare qualcosa in più per adempiere le enormi scadenze economiche che incombono. Sì, perché, anche le attrazioni se le sono pagare loro. Insomma, al danno ci si è aggiunta la beffa, perché la Camera di Commercio ha previsto l’animazione fino in Via Colombo, e non per tutto il Corso Trieste, così dicasi per il trenino natalizio che proveniente da Via Don Bosco vira inesorabilmente sul II tratto di Corso Trieste, tagliando fuori spietatamente tutti gli esercizi commerciali del I tratto dell’importante arteria cittadina. Sarebbe interessante conoscere il criterio cui l’Ente Camerale ha stabilito il programma e il percorso delle animazioni natalizie. Mentre qualche centinaio di metri più avanti giganteggia un albero natalizio e fervono preparativi per future manifestazioni, insomma, si spende e si spande, nel primo tratto di Corso Trieste i commercianti devono fare le questue tra loro per organizzare un minimo di atmosfera natalizia. Probabilmente alla Camera di Commercio ci sono iscritti di serie A e di B anche se, pare che le tasse siano uguali per entrambi. A queste sproporzionate discriminazioni si aggiunge come ciliegina sulla torta un altro elemento destabilizzante. Stavolta però all’origine del malcontento non ci sono i provvedimenti di limitazione al traffico: a sollevare il dissenso degli esercenti sono invece i controlli dei vigili urbani e le multe elevate agli automobilisti soprattutto per la sosta temporanea. Un rigore, quello della polizia municipale, che i titolari dei negozi della zona giudicano eccessivo e “a senso unico” e penalizzante soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale. Secondo i commercianti, infatti, i continui blitz dei vigili contro i rari clienti e le continue contravvenzioni starebbero danneggiando gli affari in Corso Trieste, e sarebbero il segno di una sorta di accanimento da parte degli amministratori nei confronti di questa area commerciale della città. “Un accanimento ingiustificato – dicono i commercianti -. Non comprendiamo come mai l’attenzione sia rivolta in questa zona di Caserta, mentre in altre strade commercianti e ambulanti lavorano indisturbati”. Un operatore economico del posto spiega: “È questo il biglietto da visita che vogliamo dare ai potenziali clienti  che vengono a Caserta, da tutta la provincia, per appoggiare le nostre imprese? La mancata apertura al traffico di Corso Trieste rappresenta quello scostamento che c’é fra la politica e le attività produttive. C’é una situazione vergognosa. Le aziende devono essere messe nelle condizioni di produrre bene e di poter lavorare con clienti e di poter difendere il personale dipendente”. Sulle vetrine di alcuni negozi, intanto, sono apparsi cartelli con scritte “Vendesi” e/o “Cedesi” attività. I cartelli “Fittasi” ormai non vengono più presi in considerazione da nessuno. Abbandonati dall’Amministrazione eppure ricchi di vitalità, i commercianti continuano a sperare e operare “in una strada – parafrasando “La Città Vecchia” di De André – dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi perché ha già troppi impegni per scaldar gente d’altri paraggi ”.

 

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