James Patrick “Jimmy” Page compirà 70 anni il nove gennaio e sarà, giustamente, celebrato come una leggenda. Nel 2012, insieme a Robert Plant e John Paul Jones, ha ricevuto dal presidente Obama il Kennedy Center Honors, la più alta onorificenza assegnata a personaggi che abbiano influenzato la cultura americana attraverso le arti. Nell’ambito musicale ha ricevuto ogni tipo di riconoscimento: nella Rock and Roll Hall of Fame è entrato due volte, come componente degli Yardbirds e dei Led Zeppelin.
E’ senza ombra di dubbio uno dei chitarristi più influenti e imitati della storia del rock, autentico creatore di uno stile e di una concezione del ruolo dello strumento (sia sul piano ritmico che solistico) che sono diventati un codice universale, trasversale rispetto ai generi e alla generazioni. Jimmy Page ha avuto un ruolo molto importante nello sviluppo delle tecniche di registrazione e di produzione della musica. Prima di entrare nel grande giro, nella seconda metà degli anni ’60, prima con gli Yardbirds e poi con i Led Zeppelin, Page è stato, insieme a Big Jim Sullivan, il più richiesto chitarrista degli studi di registrazioni inglesi. Un’esperienza dal valore incalcolabile che gli ha permesso non solo di acquisire una padronanza assoluta della tecnica e dei generi ma anche di imparare come “non si registrava la musica”, per usare le sue parole. Dietro il suono dei Led Zeppelin c’è uno studio accuratissimo della disposizione dei microfoni e degli spazi necessari per ottenere determinati risultati . Come buona parte dei rocker inglesi suoi coetanei, Page arriva ai 70 con una biografia che confina con la leggenda e che, negli anni, si è arricchita di un’intensa attività benefica. Se gli Zeppelin restano ancora oggi uno dei più inossidabili miti del rock, la ragione sta anche nella tragica follia di eccessi che ha seguito la band nei suoi anni ruggenti quando, definendo per sempre le regole dei mega show negli stadi, conquistarono l’America.
Nella sua storia non manca davvero nulla: dalle scandalose relazioni con minorenni alle devastazioni degli alberghi, dalle pratiche sessuali più incredibili alla violenza para militare del manager Peter Grant e del colonnello Cole, fino alla tanto discussa passione per l’occultismo (in particolare per Aleister Crowley) e alla sinistra sequenza di incidenti e morti che ha accompagnato la band fino alla morte di John Bonham (avvenuta a casa di Page) nel 1980. Al tutto, è quasi ovvio dirlo, non si può non aggiungere un lungo periodo di dipendenza da alcol e droghe. La morte di Bonham e la fine dei Led Zeppelin segnano un confine netto nella carriera e nella vita di Jimmy Page che, da allora, ha avuto un percorso professionale altalenante, con l’infelice esperienza accanto a David Coverdale, i Firm con Paul Rodgers, i vari progetti insieme a Robert Plant compresa la reunion con John Paul Jones per il concerto dei Led Zeppelin alla o2 Arena di Londra del 2007 (celebrato in un film uscito nel 2012) con Jason Bonham alla batteria.