Otto uomini delle forze dell’ordine feriti e una città sotto scacco per diverse ore: è questo il bilancio di quella che è stata ribattezzata la guerra contro il ”caro Tares” che si sta consumando a Giugliano (Napoli) da alcune settimane e che oggi ha registrato fortissimi momenti di tensione. Intanto e’ caos in molte città per la scadenza dei pagamenti della tassa con file agli sportelli. Tanto che le associazioni dei consumatori chiedono nessuna sanzione sia applicata in caso di ritardo nel pagamento dei bollettini. Le proteste nel napoletano hanno portato in piazza centinaia di persone decise a dire no all’aumento delle bollette della tassa sulla raccolta dei rifiuti.

Cifre notevoli che, per una famiglia media, superano anche gli 800 euro. Una beffa, così è sembrato a tanti nella città che per anni è stata l’emblema dell’emergenza rifiuti in Campania perchè il suo territorio è stato avvelenato dagli sversamenti gestiti dall’ecomafia. I cittadini chiedono da tempo una riduzione della tassa. La scorsa settimana hanno già tenuto una prima manifestazione e questa mattina sono tornati dinanzi al Comune mentre una loro delegazione era a confronto con i commissari prefettizi che amministrano la città dopo lo scioglimento decretato nei mesi scorsi del Consiglio comunale.

Oggi il palazzo municipale era protetto da un cordone di agenti di polizia e carabinieri. La situazione però è degenerata quando alcuni facinorosi (che nulla hanno a che fare con i tanti pensionati scesi in piazza) hanno lanciato contro i poliziotti alcuni sampietrini. La reazione è stata inevitabile con alcune cariche di alleggerimento avvenute lungo corso Campano, anche dinanzi agli occhi di alcuni studenti che proprio in quel momento stavano uscendo dalla scuola media Basile. In tanto la città è rimasta sotto scacco per diverse ore. Traffico paralizzato, negozi con le serrande abbassate. Dal vertice tenuto tra la delegazione dei cittadini e i commissari è emerso che saranno valutate tutte le soluzioni per alleggerire il carico fiscale soprattutto in favore delle famiglie più deboli: disoccupati, nuclei familiari con portatori di handicap e così via. Il pagamento del tributo è stato sospeso, ad eccezione di quella parte che deve versata direttamente alle casse dello Stato. All’inizio del prossimo mese la situazione dovrà essere definitivamente chiarita.

I manifestanti comunque sono decisi a non mollare anche se in un documento ufficiale hanno condannato in maniera dura gli atti di violenza avvenuti nella mattinata di oggi. Nella Capitale, intanto, e’ ressa agli uffici postali per il pagamento dei bollettini. L’Ama, la municipalizzata dei rifiuti, riferisce che la situazione è in via di normalizzazione e sotto controllo dopo la campagna di informazione agli utenti sulle modalità di pagamento e la scadenza posticipata al 24 gennaio.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui