“Il decreto legge 136 sulla Terra dei Fuochi, così come è, non mette a disposizione risorse finanziarie concrete per le attività da realizzare, lo screening sanitario proposto resta troppo vago, la questione dirimente del declassamento dei Sin a SIR non viene affrontata, le ipotesi di telerilevamento contenute sono, per tempistica e richieste, irrealizzabili, il ruolo dell’ARPAC non viene definito in modo corretto, l’invio dei militari non risponde alle reali esigenze di potenziamento di intelligence e tecnologia per il controllo ordinario del territorio,

comportando uno spreco di risorse” sono alcuni dei contenuti della missiva che il Presidente della Commissione Regionale Bonifiche e Ecomafie Antonio Amato ha inviato quest’oggi ai Ministri dell’ambiente, della sanità e al capo del governo per il suo interim all’agricoltura, ai Presidenti delle Camere e delle commissioni parlamentari ambiente ed ecomafie. La missiva scaturisce dalla specifica audizione che la commissione regionale ha promosso la scorsa settimana ascoltando associazioni, comitati, rappresentanti degli enti locali e della giunta regionale “Abbiamo scritto ai rappresentanti istituzionali del governo e del parlamento, e  per conoscenza a quelli della giunta e del consiglio regionale, per evidenziare le criticità irrisolte del decreto terra dei fuochi e avviare un percorso politico-istituzionale volto al loro superamento” afferma Amato “Nel corso dell’audizione è emerso innanzitutto come il decreto non individui risorse finanziarie concrete rimandando a fondi europei che saranno disponibili solo in futuro, non permettendo il rispetto dei tempi previsti dal decreto stesso. Bisogna individuare in maniera concreta queste risorse e definire su queste un cronoprogramma di interventi che altrimenti restano solo virtuali. Come virtuali” prosegue il Presidente della Commissione regionale “sono le ipotesi legate al telerilevamento. I 60 giorni previsti sono una follia, soprattutto perché, per avere dati seri, queste indagini vanno accompagnate da altre analisi e interventi. Pure lo screening sanitario proposto resta vago, e i 50 milioni preventivati saranno sprecati se non accompagnati da una normativa attuativa e previsioni di verifica e controllo. Ancora, va definito il ruolo dell’ARPAC cui si potrebbe assegnare un compito di regia tecnica nonché riconoscerne al personale il ruolo di polizia giudiziaria. L’inutilità della militarizzazione” conclude Amato “la necessità di ripristinare i SIN, la mancata regolamentazione dell’utilizzo di risorse e terreni confiscati alla camorra, sono gli altri punti che vanno urgentemente corretti e rivisti. A questi si aggiunge la necessità di non assistere ad ulteriori rinvii per l’avvio di un sistema serio di telerilevamento del trasporto dei rifiuti che è improcrastinabile. Siamo ad uno snodo cruciale. Non possiamo continuare a commettere errori, lavoreremo perché su tutte queste osservazioni si apra un confronto produttivo e risolutivo”.

 

 

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