“Noi possiamo stabilire tutte le forme di controllo che vogliamo sui finanziamenti, sui bilanci, sul buon uso del denaro, ma fino a che i partiti non saranno enti di diritto pubblico resteranno nelle mani delle classi dirigenti, che diventano nomenclature, e faranno certo buon uso del denaro ma non della democrazia partecipata”

. Così il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama sul decreto legge sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. “La questione centrale – ha spiegato – è che fino a quando i partiti saranno associazioni private alla stregua dei circoli di libera caccia, libera bocciofila, noi continueremo ad invocare una moralità politica che viene però lasciata al libero arbitrio di coloro che in quel momento detengono il partito. Da questo nasce la degenerazione dei partiti politici”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui