“Non faremo processo al governo, ma se siamo in condizioni di aprire pagina nuova”, così Matteo Renzi aprendo la direzione Pd. “La direzione del Pd ringrazia il presidente del Consiglio per il notevole lavoro svolto alla guida del governo, un esecutivo di servizio nato in un momento delicato. E per il significativo apporto dato in particolar modo per il raggiungimento degli obiettivi europei”, afferma il leader del Pd.

“Non si tratta di staffetta o non staffetta. Staffetta è quando si va nella stesa direzione e alla stessa intensità, non quando si prova a cambiare ritmo”. ” Non è un derby, siamo di fronte ad un bivio: è l’occasione chiara di tornare alle elezioni o possiamo trasformare questa legislatura in Costituente”. “La strada delle elezioni ha una suggestione e un fascino”. Ma “ancora oggi non abbiamo una normativa elettorale in grado di garantire la certezza della vittoria”. Avrebbero un “valore purificatore” ma “in questo momento non riuscirebbero a risolvere i problemi nel Paese”. “L’altra, quella di un nuovo governo, è una scelta azzardata ma può avere senso se hai il coraggio di dire alle realtà europee che l’obiettivo è il 2018 con riforme elettorali, costituzionali ed il tentativo di cambiare le regole a partire da una burocrazia opprimente”. “Non è un derby caratteriale quello che chiede di cambiare strada, è semplicemente la buona regola della politica”. “Mettersi in gioco adesso ha un elemento di rischio personale. Ma chi fa politica ha il dovere di rischiare in alcuni momenti. Vale anche per me”. Dice Renzi alla direzione Pd. Ma questo, aggiunge, “non è un rischio personale, è il rischio del Pd” che deve ” prendersi la responsabilità di ciò che sta accadendo”. “Se l’Italia chiede un cambiamento radicale o questo cambiamento lo esprime il Pd o non lo farà nessuno. Vi chiedo tutti insieme di uscire dalla palude”. Renzi nel chiedere ai membri del ‘parlamentino’ dem di dire se quello da lui proposto “è l’orizzonte entro cui dobbiamo muoverci, perché allora ci muoviamo”. “Lo sport preferito degli ultimi giorni è dire che è tutta colpa del Pd, ma oggi dobbiamo decidere e dalle forze di coalizione ci si chiede che il Pd assuma le sue responsabilità”. Lo dice il segretario del Pd scegliendo, in direzione, di proporre un patto di legislatura fino al 2018. “Il rilancio radicale che immaginiamo non suoni come polemica verso Letta né dal punto di vista personale nei confronti di Enrico né verso il governo che ha affrontato momenti di grande incertezza e turbolenza nell’ultimo anno”.

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