Il Tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Vincenzo Picone, il vigile urbano di Carinaro arrestato, insieme ad altre undici persone, nell’ambito di un’inchiesta su un giro di prostituzione tra il litorale domizio e la cittadina dell’agro aversano.
I giudici hanno accolto le tesi contenute nella memoria difensiva presentata dall’avvocato Mario Griffo e hanno ritenuto non sussistenti gravi indizi di colpevolezza da motivare una misura cautelare. Picone ha spiegato di non esser stato a conoscenza dell’attività che veniva svolta all’interno della villetta sita alla periferia di Carinaro.
Picone è stato accusato del reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, in quanto, secondo la procura, avrebbe ottenuto prestazioni sessuali per chiudere un occhio su quel che accadeva all’interno della villetta. Accusa che Picone ha respinto con forza.
Nell’operazione finirono in carcere Luigi Tramontano e Federica Caiazzo, considerati dagli inquirenti i capi dell’organizzazione che sfruttava le potenzialità del web, dove venivano pubblicati annunci hot su siti specializzati, per allargare il proprio giro di affari illeciti.
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