”Servono una valutazione politica e un nuovo progetto” o meglio ”una discontinuità che non può essere solo su base personale”. Lo afferma il giurista Stefano Rodotà in un’intervista all’Unità. ”La maggioranza resta più o meno la stessa. Del programma non si sa nulla. È il traghettamento della vecchia compagine affidandola sulle spalle di una sola persona”, sottolinea.

E aggiunge: ”Se c’è una straordinaria novità, io cerco il nuovo non soltanto in una persona”. Inoltre per Rodotà ”non si esce dalla crisi nel modo aggressivo in cui è stato trattato Letta”, che ”in una situazione difficile si è comportato in modo dignitoso”. Insomma, continua, ”francamente, capisco poco il Pd in questo periodo. Renzi aveva promesso: mai più larghe intese. Ora indica il 2018 come scadenza. Più che una scommessa è un azzardo. Mi chiedo come farà visto che la distanza teorica tra Pd e Ncd è enorme su un’infinità di temi”. Alla domanda se Beppe Grillo avesse fatto bene o male a non recarsi al Colle per le consultazioni, Rodotà spiega come alle istituzioni si debba ”rispetto” ed ”è sbagliato coinvolgerle in polemiche che riguardano le persone”.(

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui