Paolo Romano batte in ritirata. E porta il consiglio regionale della Campania in trincea in attesa di tempi (giudiziari) migliori. La sconvocazione della seduta consiliare in programma domani (19 febbraio) ha il sapore della paura. L’arresto di Gennaro Salvatore, accusato di peculato per l’utilizzo improprio dei rimborsi istituzionali (100mila euro), ha fatto di nuovo tremare l’edificio F 13 del Centro direzionale, sede del parlamentino campano. Dalla notifica di ben 53 avvisi a comparire spiccati dalla procura di Napoli nell’ambito dell’indagine sui fondi destinati a gruppi consiliari, i componenti del consiglio hanno proseguito il loro mandato con un macigno sulla testa. Da allora si sono rincorse le voci di imminenti provvedimenti della magistratura. Si è parlato di arresti, rinvii a giudizio in massa e altro ancora.

I più allarmati i capigruppo. Loro sono i principali bersagli degli inquirenti perché i soldi destinati ai gruppi sono transitati nelle loro mani. E non a caso il primo a finire nei guai, agli arresti domiciliari per la precisione, è stato proprio Salvatore, che nell’arco temporale su cui si sono soffermati i pm era capogruppo di “Caldoro Presidente”. La custodia cautelare disposta per l’esponente del Nuovo Psi ha fatto sbiancare tutti gli altri capigruppo. Volti come la cera e occhi terrorizzati. Certo, nessuno di loro ha dovuto giustificare negli interrogatori in Procura una cifra così alta come quella spesa da Salvatore, che peraltro ha esibito (incredibile) anche scontrini per l’acquisto di tintura per capelli da donna, di una bombola di gas, di gomme da masticare e sigarette. E non pago (in tutti i sensi) ha inserito nelle spese per fini istituzionali anche il costo per i viaggi dei week end in località turistiche. Ma al di là della cifra spesa il timore di fare la stessa fine di Salvatore passa per la testa di tutti i capigruppo. E “cattivi pensieri” li stanno facendo anche quei consiglieri regionali che hanno dovuto giustificare spese pazze dai 40mila ai 50mila euro all’anno.

In un clima così teso il presidente del consiglio regionale Romano ha deciso, di concerto con i capigruppo, di far slittare la seduta di domani. Si spera che si calmino le acque. E soprattutto si vorrebbe evitare che, qualora fossero disposti rinvii a giudizio a raffica (magari a quasi tutti i consiglieri) almeno non siano notificati nel corso dei lavori dell’assemblea. A quanto si apprende l’indicazione a rimandare il consiglio sarebbe partita da Palazzo Santa Lucia. Anche Stefano Caldoro infatti temerebbe un’azione giudiziaria eclatante e “spettacolare” che porterebbe la Regione Campania di nuovo prepotentemente alla ribalta della cronaca nazionale. In tal caso si aprirebbe una questione politica seria sulla possibilità o meno di portare al termine il mandato in scadenza l’anno prossimo. Per ora quindi si è preferito sconvocare il consiglio regionale di domani. Lunedì la conferenza dei capigruppo si riunirà per fissare un’altra data. Che secondo qualcuno potrebbe essere quella “fatidica”.

 

Mario De Michele

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