Ci voleva un inglese nero come Steve McQueen per raccontare in 12 anni schiavo la schiavitù americana con tanta crudeltà, verità e bellezza estetica. Altro che la facile macelleria di Quentin Tarantino in Django Unchained. Il fatto è che il lungometraggio di McQueen – che risulta il superfavorito agli Oscar nella categoria miglior film (la Snai lo dà a 1,38 seguito solo da Gravity a 3,75 e da American Hustle a 12) – ha dalla sua tante cose: è una storia vera con una drammaturgia perfetta.