La donna di 36 anni segregata dalla madre per almeno otto anni in un’abitazione del quartiere Vomero di Napoli, trasformata in una discarica, e “liberata” ieri sera dai poliziotti a Napoli, aveva a disposizione solo l’energia elettrica: niente acqua e niente gas. Ha conseguito il diploma e risulta anche iscritta all’università.
Gli agenti del commissariato Arenella, guidato dal vice questore Eugenio Marinelli, dopo averla liberata l’hanno affidata al 118 che l’ha prima condotta nell’ospedale Cardarelli e poi nel San Giovanni Bosco dove si trova tuttora in cura. Oltre ad arrestare la madre, i poliziotti hanno denunciato per favoreggiamento tre persone: si tratta del portiere dello stabile, dell’amministratore, e della zia della giovane, sorella dell’ insegnante in pensione finita nel carcere femminile di Pozzuoli (Napoli) con le accuse di sequestro di persona aggravato e continuato, lesioni personali e maltrattamenti in famiglia. La madre 69enne viveva con la sorella da circa 12 anni, in via Omodeo, strada non molto distante da via Caldieri. Secondo quanto si è appreso, non aveva mai voluto accettare la figlia.
I medici del San Giovanni Bosco dovranno ora accertare lo stato di salute, soprattutto psicologico di Chiara. Dagli atti non emergono forme di minorazione mentale che, però, potrebbero essere state nascoste. Ai sanitari è anche affidato il compito di accertare se le siano stati somministrati calmanti, per tenerla sotto controllo. La polizia, infatti, non riesce ancora a spiegarsi come mai non si sia mai ribellata alle violenze della madre. Gli investigatori del commissariato Arenella stanno ascoltando anche altre persone. Tra queste figura il fratello, che vive fuori regione. Il padre, invece, è morto tempo fa.