Matese- Il problema è la spesa anzi di “livelli di spesa non più sostenibili(pag.43 legge finanziaria 2010) e quindi di “conseguire condizioni di complessiva compatibilità finanziaria”(pag.11 del progetto speciale con fondi europei).
Così la regione Campania è alla ricerca di risorse e di un nuovo assetto per il settore della forestazione: l’ipotesi che si è affacciata è quella di spalmare,”scaricare” il personale su comuni ed enti-parco ma non è ancora sbarcata in consiglio. Il punto critico, l’anno di crisi, che ha sconquassato il settore, risale al 2010. I fondi per questa voce di spesa consolidata e quindi per far fronte agli interventi , diversi per tipologia, in base alla legge regionale n.11/96 erano coperti con fondi ordinari di bilancio.:” dal 2004 al 2009 le risorse- scrive la regione nella premessa della finanziaria 2012- sono state reperite mediante il ricorso all’indebitamento” per provvedere agli investimenti nei progetti di riqualificazione del patrimonio boschivo e difesa del suolo con l’utilizzo degli operai idraulico -forestali . Dal 2010 niente più ricorso all’indebitamento: la giunta Bassolino aveva sforato il patto di stabilità e tra le sanzioni vi era anche quella del divieto di nuovi mutui per spese di investimento. Nel 2010-2011 la regione Campania è riusciti a reperire le risorse necessarie per coprire i costi delle attività di forestazione e di bonifica delegate a enti montane e province da parte dell’ente regionale. La “svolta” nel 2012 con l’approvazione dell’articolo 35 della finanziaria regionale che fissa nuove regole e cambia la procedura modificando la legge n.11 sul comparto forestale. Con quelle norme è stata avviato l’iter che ha portato al “progetto straordinario di investimenti e manutenzione straordinaria dell’infrastruttura forestale regionale” trasmesso al ministero per essere finanziato- come è stato- nell’ambito delle risorse del Fondo sociale e di coesione(FSC) per circa 60 meuro.Poi un altro passo di aggiornamento con una nuova riprogrammazione dei fondi in questione e con l’inserimento degli interventi degli interventi di forestazione e bonifica nelle cosiddette misure anticiclo e di tutela dei progetti avviati nell’ambito delle “misure innovative e sperimentali di tutela dell’occupazione e delle politiche attive del lavoro collegate ad ammortizzatori sociali”: nel frattempo sono cambiate le regole per i baif abilitati ad effettuare solo 181 giornate lavorative con il successivo ricorso alla Cig. Molti enti non hanno ancora avuto i saldi delle tre scorse annualità e gli operai sono creditori di parecchie mensilità. Stando ai dati relativi al 2012 il personale (baif) impegnato si è ridotto di circa l’11%, passando da 4445 a 4203 di cui 2584 a tempo indeterminato e 619 a tempo determinato.Il riparto della manodopera tra gli enti delegati è regolamentato dall’articolo 6ter della legge n.11/96 più volte modificata secondo un parametro di giornate lavorative- ampiezza della superficie forestale degli enti.
Michele Martuscelli