RECALE. «I segnali di preoccupante disagio sociale che la crisi provoca anche nella nostra città non possono essere ulteriormente ignorati», esordisce il segretario cittadino del PD Enzo De Angelis.
«Le chiusure e i ridimensionamenti di tante aziende del comprensorio stanno creando in molte famiglie di concittadini seri problemi economici e di prospettiva. Il settore edilizio e il suo indotto, che storicamente hanno rappresentato un’importante fonte di occupazione per una manodopera particolarmente specializzata e di riconosciuta abilità, pagano forse il prezzo più alto, mettendo tanti lavoratori nell’impossibilità di trovare occupazione. Di fronte a fenomeni così gravi, la politica e le istituzioni locali hanno finora dato prova di un colpevole disinteresse: nelle polemiche, spesso scomposte, che hanno infiammato il dibattito politico cittadino non c’è traccia delle difficoltà che attanagliano chi vede compromesso il proprio futuro. È ora di voltare pagina, di cominciare ad occuparsi seriamente e concretamente di come arginare le conseguenze più gravi della crisi e di come aprire una prospettiva diversa. Sappiamo bene che la crisi dell’apparato industriale non si risolve a Recale; sappiamo altrettanto bene che le difficoltà dell’edilizia, frutto di decenni di miope sfruttamento del territorio, possono essere superate solo puntando alla qualità e all’innovazione, al risparmio energetico e alla compatibilità ambientale. Ma tutto ciò non può costituire un alibi; è possibile ed urgente mettere in campo misure coordinate di sostegno a chi ha perso il lavoro, individuare percorsi formativi finalizzati a qualifiche spendibili nei processi di innovazione, favorire nuove opportunità di lavoro anche in forme associate e cooperative, mettere a punto progetti sui fondi comunitari. L’elenco è lungo, si tratta di riempirlo di idee e di contenuti. Il Partito Democratico – conclude De Angelis – intende lanciare una intensa campagna di iniziative, di confronto e di proposte su questi temi. Se l’alternativa è fra lasciarsi imprigionare nell’inerzia a causa delle limitazioni imposte dal dissesto finanziario, oppure fare di queste limitazioni un’occasione per stabilire priorità stringenti capaci di tracciare una via d’uscita dalla crisi, noi preferiamo sicuramente che il nostro Comune scelga la seconda».