NAPOLI. “Devo riconoscere che sul consigliere regionale del Pd Raffaele Topo mi ero sbagliato. Conosce le leggi, solo che intende eluderle con sistemi e modalità oltre che demagogiche anche offensive”. Così, in una nota, il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo GAL e presidente nazionale di Federlab Italia, l’associazione di categoria maggiormente rappresentativa dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatori privati, con oltre 2.000 strutture associate presenti su tutto il territorio nazionale.
“Nel corso di un riunione di laboratoristi, per la verità abbastanza sparuta per numero di partecipanti – rivela D’Anna – il consigliere Topo ha pensato bene di aizzare i presenti contro il piano di riorganizzazione dei laboratori quasi che questo non fosse la mera applicazione, in regione Campania, di dettati legislativi voluti da ministri e da governi di centrosinistra (leggi Balduzzi e Turco). Non riuscendo, Topo, a spiegare come si possano conciliare la reale sussistenza dei requisiti richiesti in termini di strutture, attrezzature e personale con il taglio del 40 per cento delle tariffe di remunerazione delle prestazioni di laboratorio, si è scagliato contro la mia richiesta di una commissione regionale per la verifica di quegli stessi requisiti”. A tal proposito, prosegue il leader di Federlab: “andando fuori dal seminato, il consigliere ha chiesto che il sottoscritto, in quanto amico di Cosentino, esibisca i certificati antimafia per le proprie strutture. Gli è che anche questa volta Topo ha dato prova di essere ignorante non sapendo che per tutte le strutture in esercizio le prefetture già operano una ricorrente verifica dei requisiti in materia di normativa antimafia”.
“Quanto poi al riferimento personale – rincara la dose il senatore – l’esponente del Pd ne darà conto nelle competenti sedi giudiziarie allorquando dovrà rispondere di tali affermazioni. D’altronde Topo appartiene alla categoria dei moralisti che a furia di interessarsi della morale degli altri perdono di vista la propria”.
“Bene farebbe il capogruppo Pd in Consiglio regionale ad interessarsi dei fatti processuali che lo riguardano per l’ipotesi di peculato sull’uso dei fondi destinati agli esponenti dell’assemblea legislativa di cui si è interessata, di recente, anche la Corte dei Conti” conclude D’Anna.