Saranno le indagini a stabilire se anche l’agguato di stasera di Casandrino, in provincia di Napoli, è collegato con gli altri omicidi e con gli altri corpi ritrovati senza vita nell’area a nord di Napoli. Intanto il dato certo è questo: in poco più di un mese sono stati sei gli omicidi.

Tutti in comuni confinanti; addirittura, come oggi, nella stessa strada dove lo scorso tre marzo fu ritrovato un corpo carbonizzato. La vittima, Andrea Castello, 31 anni, pregiudicato, è stato probabilmente portato in via Lavinaia a bordo di un’automobile. Poi, lì è stato giustiziato. Lo confermerebbe la posizione del cadavere: inginocchiato e con il volto rivolto verso un muretto. Quattro i colpi: due alla testa, uno all’addome ed uno al fianco. Ritrovati quattro bossoli a terra e anche una ogiva. Al momento i carabinieri stanno ricostruendo i legami di Castello: aveva precedenti per rapina, stupefacenti. Una modalità diversa, quella di stasera, perché negli altri cinque casi i corpi sono stati ritrovati carbonizzati. Il primo ritrovamento lo scorso 6 febbraio, in via Ripuaria di Giugliano: il corpo devastato dalle fiamme fu trovato nel bagagliaio di una Renault Megane. Nell’auto anche una pistola 7,65 e l’ogiva di un proiettile dello stesso calibro. Duplice omicidio e corpi dati alle fiamme anche lo scorso 17 febbraio a Caivano, popoloso comune dell’hinterland napoletano: in una Fiat Punto divorata dalle fiamme i carabinieri furono trovati i corpi di due persone. Uno era seduto sul lato guida, l’altro sul sediolino del passeggero. Anche in quel caso furono trovate le ogive di alcuni proiettili, ma calibro 9. Poi, lo scorso 21 febbraio, altro ritrovamento a Grumo Nevano in un’auto data alle fiamme in una strada interpoderale. A fare la macabra scoperta, una donna che stava facendo jogging. Ed ancora, il 3 marzo nella stessa strada dove stasera Castello è stato ucciso. A neanche quattrocento metri da dove è stato trovato Castello, in una Fiat Grande Punto fu scoperto il corpo carbonizzato di un uomo. Una scia di omicidi, quella che sta segnando l’area a nord di Napoli, che è stata oggetto di analisi anche da parte della Commissione parlamentare antimafia, venuta a Napoli pochi giorni

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