Quasi nove milioni di spese da pagare e poco meno di sei milioni di somme da incassare ed introitare nelle cassi dell’ente matesino. Il riaccertamento dei cosiddetti residui di bilancio della comunità montana del Matese ha portato a queste conclusioni: una differenza di circa tre milioni di euro da appianare per l’ente montano. Voce per voce in dettaglio illustrate nelle tabelle allegate: la differenza tra entrate ed uscite è stata quantizzata nell’ambito dell’adempimento obbligatorio impostato dalla normativa in tema di contabilità degli enti locali in vista delle scadenza finanziarie come il conto consuntivo 2013 ed il bilancio previsionale 2014.
In cerca di identità ma prima ancora di soldi. E’ l’ennesimo segnale della fragilità finanziaria dell’ente , al pari di un comparto, quello forestale, che sta attraversando la più difficile delle crisi sul piano finanziario ed operativo per la sua totale dipendenza economica dalla regione, unico “rubinetto” dopo il venir meno di ogni apporto degli organi ministeriali centrali, per alimentare i serbatoi sempre in rosso delle comunità montane. E se le regioni non pagano e/o ritardano(ne sanno bene gli operai forestali che aspettano le loro spettanze o il personale amministrativo) per proprie difficoltà, il cerchio non si chiude: il circuito delle criticità si sposta dal centro alle periferie la crisi dei conti dell’apparato pubblico tanto che l’anno scorso l’ente guidato dal presidente Fabrizio Pepe non è stato in grado di approvare il bilancio previsionale 2013. Ma cosa sono tecnicamente i residui Costituiscono: residui attivi le somme accertate e non riscosse entro il termine dell’esercizio e vengono mantenuti tra i residui esclusivamente le entrate accertate per le quali sussiste un titolo giuridico che costituisca l’ente locale creditore della correlativa entrata; costituiscono residui passivi le somme impegnate e non pagate entro il termine dell’esercizio.
Michele Martuscelli
