“Preoccupato e deluso. Preoccupato per il destino delle 25 famiglie dei lavoratori della Max Mayer di Casavatore oggi a rischio chiusura, deluso fortemente dall’inazione di un sindaco che piuttosto che preoccuparsi della desertificazione delle attività produttive che sta investendo l’intera Area Nord di Napoli (vedi i casi della Nuova Sinter e della Micron), non ha trovato di meglio da fare che bussare al portone di Palazzo Santa Lucia sperando magari di strappare qualche ammortizzatore sociale”.
Lo afferma in una nota il Portavoce regionale del Gruppo “Caldoro Presidente”, nonché presidente della I Commissione Consiliare Permanente Affari Istituzionali, Angelo Marino, per il quale “è chiaro che al sindaco di Casavatore sfugge il fatto che la Max Mayer è una multinazionale e che senza argomenti convincenti nessuno può pretendere che il management rinunci ad una comprensibile volontà di delocalizzazione. Comprensibile, visto che a Casavatore l’amministrazione locale tutto garantisce fuorché le condizioni minime indispensabili (servizi, sicurezza, ecc.) a chi vuole fare impresa”.
“E’ evidente, dunque, se non si vuole continuare ad assistere alla perpetua trasformazione degli stabilimenti produttivi in centri commerciali o, peggio, alla definitiva scomparsa del tessuto produttivo dell’intero territorio, – prosegue Marino – che l’approccio deve essere ben altro, visto che gli strumenti per salvare il territorio dall’inerzia degli amministratori locali e dal concreto rischio di ritrovarsi domattina seduti su di una polveriera sociale, ci sono e vanno utilizzati”.
“Le chiacchiere di circostanza non servono – aggiunge – serve invece immediatamente l’apertura di un Tavolo di Crisi, che peraltro ho già chiesto al presidente Caldoro e all’assessore Nappi, che si occupi, strumenti nazionali ed europei alla mano, di recuperare la grande vocazione industriale dell’area Nord di Napoli e garantire ai suoi cittadini un futuro certo.
“Nelle more – conclude Marino – chiederò una riunione ad hoc della Commissione Attività Produttive del Consiglio regionale produttive perché si convochino in audizione i vertici dell’azienda, le rappresentanze dei lavoratori e, perché no, il primo cittadino di Casavatore”.