E’ “speranza” la parola che gli undici giovani detenuti del carcere minorile di Airola, nel beneventano, hanno scelto per raccontare il loro incontro con Papa Francesco. Al termine dell’udienza generale in Piazza San Pietro, il Pontefice li ha oggi salutati uno per uno manifestando grande partecipazione e interesse per la loro situazione. “Un momento fortemente voluto, desiderato e atteso per trovare ancora più slancio nel percorso di conversione che segni anche un pieno recupero sociale”, spiega il cappellano, don Liberato Maglione, all’Osservatore Romano. “Il forte significato dell’incontro con il Papa”, viene rimarcato anche dal sindaco di Airola, Michele Napoletano, dal direttore del carcere Antonio Di Lauro e da tutti coloro – magistrati, insegnanti e volontari – che si occupano dell’educazione dei ragazzi e che oggi hanno voluto accompagnarli in questo “grande avvenimento che per loro può costituire un punto di svolta”. Al Papa oggi è stata anche presentata una concreta iniziativa per il reinserimento dei giovani detenuti del carcere minorile romano di Rebibbia. A promuoverla è l’argentina Doris Melendez Quinonez, che presto aprirà un laboratorio di torrefazione di caffè per quattro detenuti e si occuperà poi della commercializzazione dei prodotti sul mercato italiano.

 

 

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