“Se vuoi imparare a campare, ti devi fare furbo, dice, devi essere cattivo. Funziona così, è così in tutto il mondo: devi tenere cazzimma, ma tenerne assai”. Uscirà tra pochi giorni, il 15 Aprile, “Cazzimma” il primo romanzo del giornalista casertano Stefano Crupi edito dalla casa editrice Mondadori.
La storia prende forma in una Napoli assolutamente autentica, brulicante e famelica, con il suo caos perenne e una folla eterogenea ad animare i suoi vicoli stretti, il giovane Sisto insieme all’amico Tommaso, detto Profumo, commette l’errore di dar vita a un piccolo traffico di droga destinato a una ristretta cerchia di facoltosi clienti. I due ragazzi credono di potersi arricchire indisturbati, trascorrendo la loro vita tra pomeriggi nella sala giochi e serate anfetaminiche, ma non hanno fatto i conti con Cavallaro, il potente boss che tutto vede e tutto comanda.
Sarà solo grazie allo zio di Sisto, Antonio, suo padre putativo e eminente personalità criminale all’interno del quartiere, che il ragazzo avrà salva la vita, a patto però di macchiarsi di un peccato bruciante, capace di segnarlo profondamente.
Come riuscirà a liberarsi dal giogo che lo tiene legato a doppio filo alle sue colpe? Esiste un modo per rimediare e rinascere? L’incontro casuale con una ragazza getterà una luce diversa sulla vita di Sisto e lo spingerà verso una nuova direzione, più consapevole, più adulta, capace di farlo crescere e maturare.Con un linguaggio che non concede spazio a digressioni o a riflessioni sociologiche e un ritmo serrato e coinvolgente, Cazzimma racconta il punto di vista di una gioventù senza scopi, abulica, che si consegna agli eventi soffocando ogni sussulto di ribellione, nella convinzione che le cose capitino e che non ci sia nulla da fare, quasi a riflettere implicitamente quel fatalismo tutto partenopeo con cui certi comportamenti sono accettati e considerati immutabili.
L’autore spiega come è nata il romanzo: “Devo l’idea alla base di questo romanzo a un articolo, risalente al 3 novembre 2006, del grande giornalista napoletano de “La Repubblica”, Giuseppe D’Avanzo. Il titolo recitava: “Napoli, tra i ragazzi che dicono <siamo camorristi nella capa>. Viaggio fra i giovani della città, dai quartieri del centro alla periferia: gli antichi vizi e le nuove abitudini di una generazione smarrita.” Era il 2008 quando mi capitò di leggerlo per caso su internet rimanendone folgorato. In poche pagine D’Avanzo era riuscito a descrivere perfettamente il modo di stare al mondo di una gioventù plebea, affascinata dal potere e dalla violenza, e incapace di vivere senza esercitare il costante dominio su chi è più debole. “Cazzimma” nasce sulla scorta di quella suggestione, perciò il mio primo ringraziamento non può che andare a Giuseppe D’Avanzo, questo maestro di giornalismo scomparso troppo prematuramente verso il quale nutro un grande debito di riconoscenza”.