Ci vuole poco per cambiare, per restituire alla natura, ma soprattutto alla società civile, un ambiente sano e non inquinato. Aniello Robustelli, 56 anni, ex ispettore della Polizia Ferroviaria, ha ridato dignità e prestigio al Rio Palazzo, una delle quattro sorgenti che affluiscono nel fiume Sarno, ripulendolo per l’intero suo corso di circa mezzo chilometro. Ma è andato oltre, popolando il Rio Palazzo con anatre, germani reali e con due coppie di cigni, che quotidianamente accudisce e protegge con amore. Robustelli è nato a Sarno (Salerno) e sin da giovane si è battuto affinchè quel corso d’acqua, che affluisce nel fiume più inquinato d’Europa, non diventasse ricettacolo di rifiuti di ogni tipo. Nel rione Aquarossa, alla periferia del paese, diversi anni fu promotore del comitato di quartiere “Red Water” che aveva il solo scopo di far uscire dal degrado quel piccolo territorio. “Non sopportavo quando da queste parti giungevano troupe televisive e giornalisti per documentare tanta schifezza – dice Robustelli – non riuscivo proprio a mandare giù le critiche feroci che venivano fatte per l’abbandona di questo territorio, nel quale sono nato ed ho vissuto. Questo è un luogo che anni fa – sottolinea – era bello ed incontaminato”. Robustelli è riuscito a coinvolgere la moglie, l’intera famiglia ed ora tra gli abitanti del quartiere c’è chi apprezza il grande lavoro fatto negli ultimi quattro anni. “Dal febbraio 2010 – racconta – da quando sono andato in pensione, spendo le mie giornate nell’acqua del Rio Palazzo. L’ho ripulito tutto ed oggi nel vedere un luogo così bello mi riempie il cuore di gioia”. L’ex ispettore della Polfer racconta di aver trovato di tutto quando ha deciso da solo di bonificare il corso d’acqua. “Rifiuti tanti – dice – di ogni tipo, ma anche una pistola che consegnai immediatamente ai colleghi della Polizia e persino una medaglietta in oro che restituii al legittimo proprietario, al quale risalii per il nome e la data di nascita incisi. Oggi – i bambini possono trascorrere qualche ora in compagnia dei loro genitori. Possono ammirare e capire come vivono le anistre, i cigni. Possono respirare aria pulita, possono capire che il territorio è nostro e lo dobbiamo preservare”.