CASERTA – Scontrini per l’acquisto di caffè e baccalà. Incarichi per milioni di euro assegnati a professionisti “amici”. Direttore generale pagato 800 euro al giorno. E tanto altro ancora. Tutto sotto la “voce”: sperpero di denaro pubblico. Le accuse di Angelo Brancaccio a Domenico Zinzi sono pesanti come macigni. In una video-intervista a Campania Notizie, il sindaco di Orta di Atella e consigliere provinciale brandisce la sciabola e fa a “pezzi” il numero uno di Corso Trieste. Parole taglienti come una lama, appunto. “In questi anni don Mimì – tuona Brancaccio – ha sperperato milioni di euro. Già all’indomani del suo insediamento ha operato una serie di atti inqualificabili sotto l’aspetto politico, morale e contabile. Gli sprechi di soldi pubblici non si contano più, a partire dalla nomina del direttore generale Raffale Picaro, per finire alla miriade di incarichi professionali affidati con criteri clientelari. Peraltro, Zinzi è largo di maniche quando si tratta di spendere il denaro dei cittadini, mentre ha il braccino corto quando deve mettere mano alle proprie tasche, come dimostra il decreto di pignoramento ai suoi danni per non aver pagato una ditta fornitrice dei suoi manifesti elettorali, cosa ancora più immorale in quanto la ditta è poi finita in liquidazione”. Insomma, a detta del primo cittadino ortese, sotto la gestione Zinzi la cosa pubblica è diventata “cosa sua”. E l’elenco delle accuse rivolte al presidente della Provincia è lunghissimo. Accuse al vetriolo con riferimenti precisi (di cui “mi assumo la responsabilità, rimarca Brancaccio) a “spese pazze” e comportamenti politici e personali “immorali”.

Mario De Michele

 

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