Il 30 Aprile 2014 si è svolta una riunione organizzativa del Nuovo Psi della città di Sant’Arpino per il rilancio del partito nella città e per coordinare ed ufficializzare l’incontro nell’agro atellano con il candidato alle Europee Aldo Patriciello previsto per il 10 maggio presso la sezione Bettino Craxi di Sant’Arpino. Alla convention era presente una folta platea che ha assistito in modo partecipe ai vari interventi. A fare gli onori di casa sono stati. Il commissario cittadino Dottor Gennaro Vitale, il presidente della sezione Luigi Guida, il consigliere comunale del Nuovo Psi Pezone Francesco ed il vicecommissario Provinciale con delega all’organizzazione del Npsi Francesco Brancaccio che durante la riunione ha consegnato la nominato in segreteria provinciale del consigliere Pezone con delega Enti locali e coordinatore dell’Agro Atellano.

Durante l’intervento Brancaccio sottolinea fortemente  di un bisogno urgente di un netto cambio di passo del modo di fare politica perché lo chiede l’opinione pubblica e perché è il solo modo di acquistare credibilità. Garantire stabilità, governabilità e buona amministrazione sono obiettivi molto importanti, ma non più sufficienti per vincere le sfide di oggi e non farci travolgere dalla sfiducia e dal risentimento che circonda tutti i partiti. Occorre, dunque, trovare un modo nuovo di fare politica, anche perché la crisi è figlia della crisi dei partiti che hanno bisogno di un radicale processo di trasformazione.
Per questo siamo convinti che si debba spostare il baricentro del nostro agire politico dalle istituzioni alla società dove c’è la politica reale: i bisogni, le domande, gli interessi, i conflitti. Si tratta di promuovere nei territori un confronto aperto fra le conoscenze parziali detenute dalla moltitudine degli individui, in modo da favorire l’innovazione e consentire la decisione pubblica da sottoporre a un continua verifica degli esiti, sfruttando le grandi potenzialità della Rete. Né i corpi intermedi, rappresentanti di interessi economici e sociali pur fondamentali, né la Rete, piattaforma potente di partecipazione, possono sostituire i partiti come interfaccia fra società e governo della cosa pubblica.
Serve, dunque, un ”partito laboratorio” che, attraverso un forte radicamento territoriale e animato dalla partecipazione e dal volontariato, sia capace di promuovere un confronto sociale aperto e regolato per arrivare ad individuare priorità e grandi scelte , soluzioni operative e ragionevoli da rappresentare a chi governa. Un processo di questo tipo – di democrazia deliberativa – è certamente di radicale trasformazione nel modo di fare politica, infatti nella cultura sociale atellana l’interesse della comunità prevale ancora rispetto all’interesse dell’individuo. L’obiettivo è quello di continuare a catalizzare il consenso dei cittadini attorno ad un progetto di governo del territorio serio e credibile, attento ai reali bisogni della gente, affidandolo, con evidenza chiara ed oggettiva, a donne e uomini di provata capacità amministrativa e politica”.

 

 

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