– Il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro, patrono di Napoli, si è ripetuto anche oggi, nel sabato che precede la prima domenica di maggio. E a San Gennaro il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, ha affidato i giovani perché, come ha spiegato durante l’omelia, ”hanno diritto di guardare con fiducia e serenità al loro futuro, facendosi protagonisti di una società moderna e giusta”. Sono loro, i ragazzi, quelli che ”stanno più a cuore alla Chiesa” e lo stesso ”dovrebbero fare anche le istituzioni, perché i giovani devono essere accompagnati” e devono poter trovare ”porte aperte sul loro cammino”. ”Abbiamo l’obbligo morale, civile e religioso di non far mancare loro il sostegno necessario – ha sottolineato – Tutta la società ha bisogno di coraggio per non arrendersi, i giovani soprattutto”. Accanto ai giovani, il presule ha richiamato l’attenzione sul nodo disoccupazione. Una situazione che richiede ”un atto d’amore per una città come Napoli che soffre per la grave e perdurante mancanza di lavoro e reddito”. ”Come Chiesa non possiamo rimanere inerti di fronte a tale situazione – ha detto – Tutti conosciamo e facciamo esperienza quotidiana delle precarie condizioni economiche e sociali nelle quali ci troviamo a vivere, come capita in altre città e territori d’Italia e del mondo”. A causa del maltempo, la tradizionale processione, che accompagna il primo rito dell’anno della liquefazione del sangue non si è tenuta. Così i busti dei santi hanno fatto bella mostra di sé nella navata laterale del Duomo, fotografati e ripresi da tv internazionali come quella tedesca 3Sat. L’annuncio dell’avvenuta liquefazione è stata data dall’altare da Sepe il quale ha spiegato di aver trovato il sangue ”sciolto al 70% al momento dell’apertura della teca”. Segno, ha aggiunto in seguito, di ”vicinanza e benevolenza di San Gennaro” oltre che di buon auspicio come da tradizione. Quella di oggi è la prima delle tre occasioni (gli altri appuntamenti si svolgono il 19 settembre, giorno della festività del patrono, ed il 16 dicembre) in cui si ripete il prodigio della liquefazione, quando si celebra la traslazione dei resti del Santo patrono di Napoli avvenuto nel V secolo d.C. dall’Agro Marciano, località vicina ai Campi Flegrei, dove erano sepolte, alle Catacombe a Capodimonte, che in seguito presero proprio il nome del Santo. Il presule ha officiato la messa in una cattedrale affollata di fedeli riuniti in preghiera e di turisti. La commozione è ancora molto forte tra quanti, persone di ogni età, assistono al prodigio della liquefazione del sangue. Ad ascoltare le parole del presule, comunità arrivate a Napoli da tutta Italia e anche dall’estero. E’ il caso della comunità di un paesino vicino a Budapest e della parrocchia di San Gaetano da Malta, compatrono di Napoli. E ancora: la confraternita di San Rocco da Montescaglioso Irsina e la comunità parrocchiale della città di San Severo in provincia di Foggia.(

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