In tante scuole italiane gli studenti stanno boicottando i test Invalsi con scioperi bianchi, presidi, flash mob e assemblee. A renderlo noto è la Rete della Conoscenza, che spiega che in questi giorni striscioni, volantini e manifesti hanno invaso le scuole di tante città italiane, accompagnate da quelli contro i test d’ammissione all’università che, dicono gli studenti, “ricalcano la medesima logica escludente degli Invalsi”. “Valutati, non schedati!” è lo slogan che si legge a Roma, Milano, Siena, Pisa, L’Aquila, Genova, Napoli, Salerno, Bari, Torino, Catania, Cagliari e in tanti altri centri. A Milano ieri, per protestare contro i test, è stato occupato anche il Teatro Lirico. A Napoli un corteo ha attraversato la città e mandato in tilt la circolazione di via Marina.
Gli studenti si rifiutano di compilare a testa bassa dei test di cui non condividono né la natura né lo scopo. “Abbiamo deciso di disobbedire, di rifiutarci di sottoporci ad un meccanismo di valutazione escludente e ingiusto che mira a rendere la scuola pubblica sempre più a servizio delle logiche manageriali. Valutare non può significare schedare, mettere in classifica, favorire la competizione tra scuole e studenti, indirizzare e svilire la didattica rendendola un semplice bagaglio di nozioni da digerire per affrontare i test – afferma Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – siamo l’unico Paese in Europa che somministra agli studenti in maniera censuaria e non campionaria dei test assolutamente inutili, che non tengono conto delle condizioni sociali ed economiche degli studenti e che aprono pericolosamente le porte a dei criteri premiali per le scuole che eccellono. A fronte di tutto ciò riteniamo veramente inaccettabile che si spendano 16 milioni di euro per finanziare questo strumento di valutazione dannoso e inutile”.