Raccoglievano indumenti donati per opere di solidarieta’ o destinati agli impianti di recupero dei rifiuti e, senza sottoporli ad alcun trattamento, li immettevano sul mercato degli abiti usati. E’ l’accusa su cui si basa l’inchiesta dei carabinieri del Noe di Firenze che ha portato all’esecuzione di sei ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nelle province di Prato, Napoli, Treviso e Udine. Destinatari imprenditori e autotrasportatori. L’accusa e’ traffico illecito di rifiuti.
”La base operativa dell’attivita’ – racconta una nota dei carabinieri, coordinati dalla Dda di Firenze – era un impianto per il recupero di rifiuti tessili a Montemurlo (Prato). Da qui venivano gestiti i flussi di stracci che, acquistati dai gestori della raccolta sul territorio, venivano rivenduti a ditte che ne curavano la commercializzazione al dettaglio sul mercato dell’usato”. ”Gli stracci – spiega la nota – per potere essere re-immessi sul mercato necessitano di un processo di igienizzazione” attivita’ che avrebbe dovuto svolgere l’impianto di Montemurlo, che ”pero’ ben si guardava” dal farlo ”limitandosi a falsificare una serie di documenti”. ”Gli indumenti usati – conclude la nota – venivano messi in vendita nelle bancarelle dei vari mercati rionali senza alcuna precauzione igienica. In quattro mesi, verso la Campania sono stati eseguiti oltre cento trasporti. Il quantitativo mosso in un anno e’ stimabile in 26 milioni di tonnellate, ed il giro d’affari in decine di milioni di Euro”.