”L’impianto complessivo della legge, caratterizzato da un ulteriore inasprimento delle pene a meno di due anni di distanza dagli inasprimenti della Severino e al di fuori di ogni logica complessiva di sistema, non mi convince. Non vi è, infatti, in essa nessun intervento sulla parte preventiva che, pure, avrebbe meritato modifiche quantomeno per evitare che quegli adempimenti imposti alle pubbliche amministrazioni in materia di trasparenza ed anticorruzione apparissero soltanto obblighi ‘burocratici”’. Lo scrive il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, in una lettera alla Stampa in cui esclude ”categoricamente che vi sia stato un contrasto o una polemica con il presidente del Senato Grasso”. ”Nel corso di una lezione di apertura del Master di criminologia dell’Università Federico II, ”dopo avere evidenziato le luci e le ombre contenute nella legge Severino del 2012 ho auspicato la necessità di un suo ‘tagliando migliorativo’, alla luce della prima applicazione pratica”, spiega Cantone. ”Non ho mai citato Grasso né attaccato il Parlamento; in una sede accademica e in un contesto tecnico ho espresso riserve, in una logica non certo distruttiva ma ampiamente costruttiva”.