Sinistra Ecologia e Libertà ribadisce,  dopo la notizia dell’ennesima inchiesta che ha investito  la maggioranza di centro destra in Regione e che ha portato all’arresto di Paolo Romano, Presidente del Consiglio Regionale,  che  la Giunta  e il Consiglio Regionale devono andare a casa.

Non è la prima volta che poniamo con forza la questione morale in Regione Campania e denunciamo il fallimento dell’azione di governo.

Non è la prima volta che di fronte ad un’inchiesta giudiziaria osserviamo l’emergere di una commistione preoccupante tra politica ed apparato pubblico, che condiziona sistematicamente la formazione del consenso e costituisce uno sfregio nei confronti di migliaia di cittadini onesti che vivono una condizione di difficoltà economica, alimentandosi la sfiducia verso le istituzioni.

Non è la prima volta che al centro degli scandali, degli arresti, c’è la sanità ed questo l’ aspetto che rende ancora di più inaccettabile e vergognoso il sistema di potere costruito in Campania dal centrodestra e da Caldoro: si specula e si costruiscono clan affaristico-clientelari sulla pelle dei cittadini!

Ma sopratutto non è la prima volta che solleviamo il problema del rischio di una paralisi politica e democratica nella nostra regione, innanzitutto a causa della rissosità, vero vizio di origine del centrodestra campano.

Colpisce il numero così alto (circa 51) di eletti indagati e di consiglieri subentrati per sostituire quelli arrestati. Adesso addirittura l’arresto di P. Romano, che in queste ore ha annunciato le   dimissioni da Presidente del Consiglio Regionale.

Verrebbe da chiedere a Stefano Caldoro, che da sempre è apparso più impegnato a veicolare la sua immagine di Governatore onesto ed efficiente, che a risolvere i problemi della comunità, cosa realmente pensa di un simile disastro e di un Consiglio regionale così delegittimato  e ormai incapace addirittura di riunirsi.

C’è chi in  questo scenario da mesi sta “giocando” allo sfascio non esitando a puntare il dito indistintamente contro tutta la politica, promettendo persino processi popolari che richiamano alla mente tempi bui. E tuttavia, questo disagio, questa protesta così estrema segnalano un punto essenziale e che,  anche per la sinistra, ormai è ineludibile: la capacità di autoriformarsi, nelle pratiche, negli esempi, nella necessità di recidere il nodo gordiano tra uso delle risorse pubbliche e interessi clientelari.

In questo senso, Caldoro non ha garantito alcuna innovazione.

Qualche settimana fa, il presidente della Regione Campania ha sbandierato ai quattro venti il risanamento del debito della sanità dopo molti anni e la fuoriuscita della Campania dalla procedura di infrazione.Tuttavia, ha dimenticato di dire che quel piano di rientro era iniziato ben prima della sua gestione, e che la Campania resta la regione dei tre record: si investe di meno, il ticket costa il doppio del resto del Paese e la corruzione è la più estesa d’Italia.

E non lo diciamo noi, basta leggere le valutazioni del Comitato Nazionale per la verifica dei livelli minimi di Assistenza che mette la Campania in coda alla classifica delle regioni.

E quando il diritto alla salute non esiste praticamente più, risulta ancora più insopportabile vedere una politica che si pone soltanto il tema di come nominare i direttori generali e pilotare le scelte delle Asl!

Per questo chiediamo a tutta l’opposizione, innanzitutto al PD, uno scatto in avanti, finalmente un atto di coraggio che vada oltre le dichiarazioni di intenti sulla stampa.

È l’ora di scelte drastiche e radicali, altrimenti si rischia di passare come la stampella di questo Presidente.

Questa legislatura non può più restare in vita: si dimettano i consiglieri regionali dell’opposizione e si provochi lo scioglimento anticipato.

Questa decisione, accompagnata dalla ricostruzione di un programma comune per il cambiamento, costruito insieme ai cittadini, alle associazioni, alle parti sociali e ai movimenti, può segnare una svolta positiva.

Bisogna  rivoltare la sanità come un calzino, evitare la drammatica perdita di quattro miliardi di fondi europei non spesi, rilanciare una programmazione che metta al centro la lotta alla disoccupazione e all’emergenza sociale.

Ma sopratutto in un simile scenario, quello che Caldoro dovrebbe fare è dimettersi: quando pensa di farlo?

 

 

Salvatore Vozza – Coordinatore regionale Sinistra Ecologia Libertà Campania

Carlo Giordano – Coordinatore SEL Napoli

Gerardo Calabrese – Coordinatore SEL Salerno

Raffaele Aurisicchio – Coordinatore SEL Avellino

Gianni Cerchia  – Coordinatore SEL Caserta

Lorenzo Cicatiello – Coordinatore SEL Benevento

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