Alife – “Quella di Alife è una metafora perfetta della condizione dei comuni italiani, e spesso meridionali in cui il gioco della maggioranza annulla nel silenzio il giusto diritto, rivendicazione della minoranza del controllo degli atti assunti per la collettività. ”. Uno dei passaggi forti, intorno al tema o meglio problema della mortificazione della cittadinanza attiva, dell’intervento del giornalista ed inviato speciale del “Mattino”, Antonio Manzo nel corso della presentazione del libro-dossier di Daniele Cirioli(“Diario di bordo-cinque anni di mala-amministrazione comunale”) . Una riflessione ricca di tensione civile tra dimensione nazionale e locale con quel passaggio incastrato verso la fine del suo appassionato intervento . Non solo l’aspetto della “solitudine dei sindaci rispetto alle aspettative dei cittadini” ma Manzo ha voluto porre l’accento, con forza, su quella che ha definito “la solitudine delle minoranze e del loro ruolo di cittadinanza attiva, in particolare dell’Italia meridionale”. Un passaggio dopo aver svolto una puntuta premessa intorno alla “smemoratezza, alla memoria corta, alla disattenzione sulla questione morale” o sulla fiducia, disillusa nel corso del ventennio, dell’ effetto “terapeutico o effetto placebo” della vicenda di Tangentopoli e sul disfacimento della democrazia locale. Questa la problematica scavato con maggiore ampiezza. Il giornalista del Mattino ha ringraziato per l’invito sia “per il gruppo di giovani impegnato” che per la loro presenza “ in una terra cara alla mia personale memoria”, per i legami familiari con il territorio matesino( è nipote di Don Geppino Manzo ). “In Italia, pochi – se non nessuno – parla della solitudini, o delle tante, una cento, mille minoranze che affollano soprattutto i comuni del Mezzogiorno dove in maniera trasversale, senza colore e senza tessere, la politica viene degradata ..”. Manzo ha richiamato la lezione storiografica di Benedetto Croce “sul vittimismo meridionale tranne poi rifugiarsi colpevolmente nel silenzio, nell’incapacità di reagire, nell’acquiescenza”, citando la vicenda storica della rivolta popolare in assenza di Carlo primo D’Angiò e sulla successiva richiesta di clemenza della popolazione al ritorno del re dopo la reggenza del figlio : ” quando i pazzi colpivano, i sani cosa facevano? ” per poi richiamare l’esperienza raccontata da Cirioli nel volume appena uscito. “ Quella di Alife è la scandalosa storia della periferia meridionale che se si fosse consumata in Calabria o Sicilia avrebbe determinato quel senso di indignazione a pagamento, a scatto che , spesso, hanno inquinato il giornalismo” ha detto Manzo in relazione all’impegno di Cirioli o del gruppo che lo ha affiancato, anche, per superare un “bipolarismo che privilegia le fazioni e non i programmi” : “Oggi qui ad Alife, un gruppo di giovani di ispirazione cattolica intendono superare quella logica . Ecco perchè espressioni come “non c’è nulla da fare” ricorda Manzo, oppure “non c’è nulla di male, sono l’anticamera per la politica irriconoscibile, ridotta al malaffare. La vostra terra, è una terra tormentata; ma è anche una realtà nella quale spesso l’attesa del liberatore è soltanto l’anticamera di una non cittadinanza attiva”. A queste difficoltà di stare in campo, l’inviato del Mattino, ha aggiunto l’aspetto problematico “delle assenze istituzionali( tra le motivazioni che hanno Cirioli a dimettersi per protesta come spiegato negli altri interventi e nel libro ndr) che determinano lo scoramento della denuncia dei cittadini e quando accade questo si è ad un passo dall’annullamento della democrazia”. “Quando quelle emozioni sbiadiranno, con riferimento al video di protesta silenzioso mandato in onda, ha concluso il giornalista che non ha mancato di tirare in ballo ritardi e latitanze – a voi non resta che questo esercizio, quello della pazienza cristiana, che spesso è l’ultima r strada percorribile E in conclusione: “C’è un principio che vale per chi crede e chi non crede: è il principio della speranza”. Fino ad un poco english ma molto di casa “accattateve u libro” lanciato da Manzo.
Michele Martuscelli