L’Amministrazione Comunale di Sant’Antimo, nel Consiglio Comunale tenutosi il 19 Giugno 2014, ha posto le basi per la risoluzione congiunta di due problematiche che affliggono il territorio comunale e la popolazione amministrata: il problema della casa per le famiglie non abbienti e l’abusivismo edilizio. Arrivando ad un primo risultato di un lavoro che parte da lontano, eseguito all’interno del Settore Urbanistica-Edilizia privata del Comune, diretto dal Responsabile ingegner Claudio Valentino, e sotto la guida politica dell’Assessore all’Urbanistica Verde, sono stati selezionati n° 27 edifici tra tutti quelli oggetto di procedure di abusivismo edilizio, per i quali, una volta acquisiti al patrimonio comunale, è stata dichiarata (nella seduta consiliare citata) la pubblica utilità e la destinazione ad Edilizia Residenziale Pubblica. La complessa proceduta parte dalla considerazione che la legge nazionale sull’edilizia consente di non procedere alla demolizione di un edificio abusivo solo nel caso in cui con deliberazione consiliare non si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici o ambientali. Una sopraggiunta legislazione regionale (segnatamente la legge regionale “Piano Casa” e la successiva Legge Regionale “Finanziaria 2013”) individua quale “prevalente interesse pubblico” la destinazione ad alloggio di edilizia residenziale pubblica, permettendo al Comune la trasformazione degli immobili abusivi a tanto destinati anche mediante interventi di manutenzione, ristrutturazione e completamento. Viene permesso altresì all’Ente di utilizzare detti immobili abusivi anche in programmi di valorizzazione o dismissione di beni comunali ricavandone quindi un profitto per le casse comunali.
Certo, l’intrecciarsi tra la legislazione nazionale e quella regionale, con richiami all’una dall’altra, non rende agevole l’applicazione della materia, tant’è che il Comune di Sant’Antimo nel Gennaio del 2013 organizzò un convegno di studi con cattedratici, magistrati ed esperti per verificare l’applicabilità delle procedure studiate ed esaminare il problema dai vari punti di vista (tecnico, urbanistico, amministrativo, penale, finanziario). Sulla scorta di detto convegno il Consiglio Comunale nel Novembre 2013 ha dettato anche alcune “linee guida” per la individuazione delle caratteristiche che devono avere gli immobili abusivi da sottoporre a questa procedura. Comunque un primo risultato è stato raggiunto. E’ pronto anche il secondo passo, cioè la proposta di delibera di “valorizzazione e dismissione”, già posta all’attenzione dell’organismo consiliare competente, che una volta approvata consentirà di affittare e vendere detti immobili, ricavando risorse che rendono autofinanziata la procedura. Molti Comuni della Provincia di Caserta, affetti da abusivismo cronico, dovrebbero incamminarsi per la stessa via.