Contatti tra camorristi insediatisi a Madrid e l’ex potente tesoriere e senatore del Partido Popular Luis Barcenas, in galera da un anno per riciclaggio, falso e altri reati, dopo essere stato trovato in possesso di 48 milioni di euro su conti esteri. La prova di un tentativo per entrare nel mondo politico emerge dall’intercettazione telefonica tra due camorristi, disposta nell’ambito dell’inchiesta “Tarantella” sui clan Aprea e Norelli, accusati di traffico di coca dalla Colombia a Napoli (attraverso i porti spagnoli di Algesiras e Tarragona). Un camorrista – fra i 31 arrestati tre giorni fa per questa indagine – dice al suo interlocutore: “Sono in contatto con Barcenas; mi ha detto che mafia e politica sono la stessa cosa”. A parlare con il politico era Ciro Rovaino – titolare della pizzeria Bella Napoli a Majadahonda (Madrid) – esponente di spicco della camorra nella capitale spagnola. Ravaino e Barcenas esaminavano la possibilità di fare affari con il commercio di limoncelli e con altre attività da aprire a Eurovegas, il megacasinò previsto per il 2017 alle porte di Madrid, il cui progetto è stato accantonato alcuni mesi fa. La telefonata intercettata – secondo quanto riportano i media – risale al marzo del 2013. Ciro Rovaino dice all’altro: “Gli ho chiesto se conosce qualcuno a Eurovegas e lui mi ha risposto di sì. Poi mi ha detto che la mafia e la politica sono la stessa cosa”. Politico e camorrista si sarebbero dovuti incontrare ancora dopo Pasqua, ma non si sa se ciò sia accaduto. Barcenas era da mesi al centro dell’inchiesta su tangenti al suo partito e su presunti conti neri nella gestione del PP. Proprio in quei giorni era stato espulso dal partito, il 23 giugno successivo fu arrestato ed è ancora in carcere.